Sanità: Binetti, rispettare specificità educatori professionali davanti a richiesta maggiore in ambito sociosanitario
“Abbiamo celebrato il 2 ottobre la Giornata internazionale dell’educatore professionale. L’Associazione internazionale degli Educatori professionali (AIEJI), si è costituita nel 2009, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa professione. Se ne parla oggi in occasione di un seminario promosso a Roma dalla senatrice Paola Binetti, che si occupa della specificità di questi profili professionali, davanti ad una richiesta sempre più pressante e altamente specifica in ambito sociosanitario”. Lo si apprende da una nota diffusa dall’Ufficio stampa nazionale Udc. “Tra le esigenze più spiccate in area sociosanitaria c’è proprio la valorizzazione dell’educatore professionale. Una delle ipotesi proposte nel corso del dibattito sarà la piena valorizzazione di questo profilo professionale anche attraverso l’iter della doppia Laurea o quella di una laurea con segmenti di formazione fortemente integrati”. “Quest’anno, in Italia, si celebra il 25° anniversario del riconoscimento formale di questa professione sociale e sanitaria. Lo slogan della Giornata – evidenzia la Binetti – è ambizioso – “Social Educators change lives” – . E’ proprio dell’educatore professionale infatti prendersi cura dei bisogni della quotidianità di una vastissima area di persone, soprattutto nell’ambito della assistenza domiciliare. Accanto a questa figura, che ha un profilo prevalentemente sociosanitario, esiste anche un’altra figura di educatore “professionale”, riconosciuta ufficialmente con la legge 2443/2017, la cosiddetta legge Iori. In questo caso però si tratta di un profilo professionale che ha un iter formativo a carattere esclusivamente pedagogico”. “La legge ha avuto un percorso molto travagliato ma, di fatto, – puntualizza Binetti – non risolve la criticità principale, che era quella di trovare un opportuno raccordo tra le due figure professionali, attivando anche possibili linee di integrazione che permettessero ai rispettivi laureati di esercitare la professione in una serie di attività di confine e di parziale sovrapposizione”. “Questa era l’ottica prevalente nel disegno di legge presentato dalla Senatrice Binetti, nella scorsa legislatura, – si legge nella nota -: rispettare la specificità dei due profili, integrando conoscenze e competenze nella prospettiva di un migliore servizio da offrire alla comunità”.
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