La relazione Caritas presentata ieri ha messo in evidenza come la crisi socio-sanitaria, generata dalla pandemia, abbia creato nuove povertà e abbia acuito quelle preesistenti. I cosiddetti poveri cronici, assistiti dalla Caritas, sono passati dal 25,6% del 2019 al 27,5% del 2021, mentre i poveri assoluti nel 2021 sono stati circa 5,6 milioni, di cui 1,4 milioni di bambini. Numeri che non possono essere ignorati dal nuovo Governo in questa fase delicatissima di cambio di legislatura, soprattutto per l’attenzione che meritano due degli anelli deboli denunziati. Il primo riguarda la cosiddetta povertà ereditaria, quella che si trasmette “di padre in figlio”, per cui se si nasce in una famiglia povera ci vogliono almeno cinque generazioni per raggiungere un livello medio di reddito. Il secondo riguarda l’abbandono scolastico, una piaga che va combattuta in tutti i modi possibili, rendendo la scuola al tempo stesso più attrattiva e più esigente. È la stessa relazione Caritas a denunciare nello stesso tempo l’inadeguatezza di misure come il reddito di cittadinanza. Sia per l’elevato numero di persone che vi hanno avuto accesso immeritatamente, senza avere le caratteristiche necessarie: una vera e propria frode di Stato, tollerata troppo a lungo. Sia perché questo ha allontanato le persone, soprattutto i giovani, dalla sfida più importante della loro vita nel momento di transizione al mondo degli adulti”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice uscente dell’Udc.