(DIRE) Roma, 2 giu. – “Dalla festa della Repubblica si sviluppi un nuovo modo di intendere le trattative di pace. E’ la Festa della Repubblica e l’atmosfera della sfilata sembra piena di allegria e di cauto ottimismo. Sfilano anche le armi e il pensiero corre subito all’Ucraina, agli scenari di guerra, alle persone morte in questi giorni, alla furia devastante della Russia e alla oggettiva difficoltà di intravvedere la fine della guerra. Ci si chiede se al termine della guerra ci sarà davvero un sistema di difeso europeo e che caratteristiche avrà. La parata di questo 2 giugno lungo via dei Fori imperiali, tra il Colosseo e il Campidoglio, sembra evocare più un clima di festa, tutto italiano, che non lo scenario di guerra sulla linea di confine del Donbass, dove si susseguono le varie città rase al suolo. E’ un contrasto drammatico tra l’esercito festoso dell’Occidente e i soldati che muoiono poco più in là, ad Oriente”. Lo scrive in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc. “E’ il grande dilemma morale che oscilla tra investire nell’acquisto di armi e investire in spesa sociale, cercando di evitare sprechi di ogni tipo, facendosi carico delle nuove povertà; delle persone con disabilità e dei migranti che hanno ripreso a sbarcare sulle nostre spiagge. A cominciare dai minori non accompagnati, che sono spesso tra le prime vittime della criminalità organizzata. Spese di guerra o spese di Pace; non è facile capire di cosa ha realmente bisogno questo Paese in cui la denuncia di Visco, dal suo osservatorio privilegiato della Banca d’Italia. La legislatura sta volgendo al termine: mancano 10 mesi alla sua conclusione naturale ed è urgente raggiungere e completare le varie tappe previste dal PNRR, tra le quali non mancano anche gli investimenti militari, inseriti nelle molteplici forme della sicurezza nazionale, della transizione eco-tecnologica”, conclude la senatrice.