(AGI) – Roma, 27 mag. – La legge sull’eutanasia approvata dalla Camera e ora all’esame del Senato e’ “insoddisfacente, che chiede con forza di essere emendata e che come tale e’ stata affrontata dal Centrodestra, senza ricevere nessun concreto segnale di comprensione e condivisione da parte dei colleghi del Centrosinistra, arroccati nella posizione di difesa ostinata di una brutta legge, di cui probabilmente la Consulta tra un paio d’anni rivelera’ le ulteriori ragioni di incostituzionalita'”. Lo ha detto la senatrice dell’Udc Paola Binetti, in occasione della presentazione del suo ultimo libro: ‘No all’eutanasia, Si’ alle cure palliative’, tenutasi oggi pomeriggio nella Sala Zuccari del Senato. “Non si capisce quindi come possa il relatore della legge alla Camera, Alfredo Bazoli, dopo la massiccia pioggia di no agli emendamenti presentati dal Centrodestra affermare che il testo e’ ‘un buon punto di sintesi tra posizioni molti distanti e sensibilita’ molto diverse’. E’ una legge di parte – ha ribadito – che nessuno ha voluto rendere condivisibile, si e’ preferito l’esercizio muscolare dei numeri e indubbiamente alla Camera la Sinistra i numeri li ha. In Senato stiamo lavorando per modificare drasticamente la legge sull’eutanasia perche’ per noi e’ inaccettabile sacrificare il diritto alla vita in nome di una deriva intollerabile: i medici possono aiutare i pazienti a suicidarsi; il Sistema sanitario nazionale non offre piu’ le garanzie di cura che ogni paziente ha diritto ad attendersi, compreso il supporto psicologico spesso essenziale in un potenziale suicida”. – “Di prevenzione – ha detto ancora l’esponente dell’Udc – del suicidio non si parla; eppure ci sono in Italia centri di prevenzione del suicidio, in cui nessuno dubiterebbe della volonta’ di morire del paziente. La legge dovrebbe contemplare l’ipotesi del suicidio soprattutto nelle persone le cui prerogative espongono a un vero e proprio rischio eutanasico. Quindi dovrebbe prevenirlo con servizi adeguati, non assecondarlo impegnando il personale sanitario in contrasto con la mission specifica di medici e infermieri; ma prevenire significa intervenire tempestivamente, fin dal momento in cui si verifica l’incidente che lascia il paziente, tetra o paraplegico. La tempestivita’ in medicina e’ condizione insostituibile per ottenere il maggior successo possibile nel trattamento della patologia. Questa legge non dovrebbe essere approvata senza una concreta e reale applicazione della legge 38 assai piu’ necessaria di quanto non sia la 219. Le cure palliative devono davvero essere disponibili per tutti su tutto il territorio nazionale, in forma domiciliare o in hospice. E’ necessario ottenere risorse in misura sufficiente per la ricerca di farmaci contro il dolore e senza indugi bisogna attivare una prevenzione del suicidio efficace, offrendo ai pazienti a rischio tutte le risorse necessarie, farmacologiche e psicoterapeutiche. Bisogna prendere atto che dopo un incidente grave, a volte molto grave, il paziente cade in una sindrome post traumatica da stress che esige di essere trattata adeguatamente”, ha concluso Binetti.