(ANSA) – ROMA, 24 APR – “La parola genocidio fa veramente paura a tutti e ogni volta che si creano condizioni e circostanze perché questo rischio torni a minacciare un popolo il ricordo va immediatamente all’Armenia. Tutto iniziò il 24 aprile del 1915 e allora ci furono oltre un milione e mezzi di armeni morti. Oggi sono 107 anni da quando quella prima immane tragedia si consumò e ricordarlo proprio oggi significa schierarsi ancora una volta accanto al popolo ucraino, che oggettivamente sotto la minaccia di un vero e proprio genocidio. Il genocidio armeno si consumò sotto gli occhi di tutta l’Europa, ma ci sono voluti quasi 100 anni perché il Parlamento italiano lo riconoscesse formalmente nel 2019 con una mozione approvata all’unanimità. Sembra impossibile che un popolo possa macchiarsi di un crimine così orrendo come quello di cancellare un altro popolo, spesso molto vicino, diventato all’improvviso un rivale pericoloso. Quel che la grande Russia, per alcuni perfino la madre Russia, sta facendo ai danni dell’Ucraina è incomprensibile. Non è giustificabile neppure pensando alla sua ricchezza in materie prime, al suo sviluppo tecnologico, al suo sbocco sul mare con il grande porto di Odessa. Niente può giustificare le mire espansionistiche di Putin soprattutto se si pensa al genocidio in atto, al crescente numero delle vittime, alla distruzione a tappeto di intere città. Eppure, poco più di 100 anni fa la stessa immane tragedia si era scaricata sull’Armenia, la cui situazione neppure oggi è del tutto chiara, considerati i suoi difficili rapporti con i Paesi vicini”. Lo scrive in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc. (ANSA).