Ambiente: Novello (Udc), futuro energetico a rischio. L’Europa diventi un continente a emissioni zero.
Il futuro energetico per un Paese come l’Italia si fa preoccupante. La nostra dipendenza energetica dall’estero si avvicina pericolosamente all’80% del fabbisogno energetico nazionale nel 2021.
La preoccupazione aumenta sempre più, in considerazione del rischio di interruzione delle forniture di gas dalla Russia.
I rischi per il nostro paese sono veramente gravi, considerando come ben il 25% di tutti i consumi nazionali di energia fossile provengano dalla Russia. E questo è il frutto degli errori commessi negli ultimi 15 anni, legandoci mani e piedi alle risorse energetiche russe, non solo gas, ma anche petrolio e carbone.
Secondo le indicazioni della Commissione Europea, per uscire da questa dipendenza energetica dall’estero, Ia soluzione è la sostituzione delle fonti fossili con le fonti rinnovabili. Non sarebbe soddisfacente aumentare la produzione domestica di gas, perché questo potrebbe coprire solo una piccola percentuale del nostro fabbisogno.
L’Italia è il paese di una esasperata burocrazia. Ma ora è necessario intervenire per sbloccare gli iter autorizzativi nel campo energetico. In questo modo, sostengono gli operatori energetici, sarà possibile installare 60 GW di energie rinnovabili in 3 anni. E questa sarebbe una risposta importante alla crisi energetica che saremo sempre più chiamati ad affrontare.
Il piano nazionale per l’energia e il clima ha fissato obiettivi molto ambiziosi per le energie rinnovabili entro il 2030, puntando a raggiungere il 30% nel consumo totale di energia e il 55% nella produzione di elettricità.
L’ Europa, al fine di ridurre di due terzi la dipendenza dal gas russo entro fine anno, prevede di diversificare le forniture (importando più GNL e producendo più biometano, prodotto da scarti agricoli e industriali, e idrogeno rinnovabile). Potrebbe essere questa la spinta giusta per rendere l’Europa un continente a emissioni nette zero entro il 2050.
Ma occorre fare presto perché l’uso di carbone è tornato in crescita: nel 2021 ha fatto segnare un +9% rispetto all’anno prima. La domanda di energia è esplosa in tutta l’Asia, perciò molti paesi hanno dovuto ricorrere a una maggiore produzione di carbone. Nell’Unione Europea e negli USA i livelli di utilizzo della principale fonte fossile sono rimasti sotto a quelli del 2019. Ma dopo lo scoppio della guerra c’è chi punta ad aumentare l’uso del carbone davanti a possibili emergenze nelle forniture da Mosca.
Luigi Novello Responsabile nazionale Ufficio Ambiente UDC.
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