Fine vita, Binetti: ddl brutto, spero faccia lunga attesa
Roma, 11 apr – Io non credo” che il disegno di legge sul suicidio medicalmente assistito “rappresenti una priorità, né per il paese, per la politica, né per i malati. Credo che il paese debba misurarsi con sfide molto più importanti, come quella della ripresa economica che sarà decisamente rallentata, con sfide importanti coma la guerra in Ucraina e le conseguenze che ha per noi, e per i pazienti ai quali dobbiamo offrire le risposte che verranno da una riforma del sistema sanitario nazionale come quella che il Pnrr ci chiede”. Così, a margine di una conferenza al Senato su fine vita e diritto alla vita, la senatrice Udc Paola Binetti. Il ddl, approvato dalla Camera, è ora assegnato al Senato alle Commissioni Giustizia e Sanità: ma Binetti ricorda che “sono entrambe impegnate con le riforme di tutto il sistema giustizia e sanità”: l’auspicio è dunque “che questo ddl si metta in coda e faccia l’attesa naturale e fisiologica che gli compete”. A parte le tempistiche, Binetti boccia il testo anche nel merito: “Devo dire oltretutto che questo ddl come arrivato dalla Camera è un brutto disegno di legge, che molti di noi non condividono. Non a caso alla Camera c’è stata una battaglia molto forte che certamente si ripresenterà a Senato alla ricerca di un punto di convergenza, se si riuscirà a trovarlo. Altrimenti bisognerà modificarlo in modo sostanziale, farlo tornare alla Camera e poi vedere”. Il messaggio, per Binetti, è chiaro: “Non si illudano i fautori di questo disegno di legge di farlo passare senza modifiche, né al governo passerà per l’anticamera del cervello di porvi la questione di fiducia. Faremo tutti gli interventi necessari perché sia garantista del diritto alla vita”. La scorsa settimana l’Associazione Luca Coscioni aveva paventato il rischio che questa legge, se approvata come è ora, avrebbe portato a numerosi ricorsi, perché discriminerebbe tra malati intubati e non. Anche per Binetti “questo ddl porterebbe a moltissimi ricorsi, perché è scritto male. Quando si parla di malattia incurabile non ci si rende conto di quante sono: io mi occupo di malattie rare, per le quali non esiste ancora una diagnosi, un farmaco adeguato e opportuno. Sono tutte malattie che considero incurabili, e tutti questi sono candidabili all’eutanasia? Non ne parliamo nemmeno…”.
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Source: News UDC Italia