L’ Udc vero cantiere di buona politica: la riscoperta del personalismo comunitario per rigenerare il concetto di persona
L’attuale momento storico consente di recuperare l’esperienza di Maritain, Mounier e dei personalisti per ipotizzare una linea di impegno per la rigenerazione del contesto attuale. Questa resta per l’Udc una prospettiva irrinunciabile per partecipare al dibattito politico.
Mentre i personalisti del Novecento risposero alle gravi degenerazioni del concetto di persona poste in essere dal nazifascismo e dal comunismo, oggi riscontriamo invece una spinta potente all’individualismo, l’estensione del concetto di persona agli animali, la svalutazione del neonato malformato e del malato terminale come persone e anche la perdita di senso del concetto di umano innanzi alle nuove tecnologie.
Non è un caso che oggi molte tensioni sociali si manifestino sul piano della contrapposizione ideologica in materie legate alla nascita, alla sessualità e alla morte.
In un contesto di umanità svuotata di identità di fronte ai limiti antropologici e al proprio senso nel mondo naturale, la società politica fatica a riconoscere gli elementi comuni alle diverse posizioni che, come dimostra il successo dell’esperienza personalista fino agli anni ’70 del secolo scorso, sono invece l’unico strumento per generare l’identità comune sulla quale costruire regole davvero condivise e benessere sociale.
La proposta culturale, che diventa quindi una sfida politica, è proprio questa. Ci sono alcuni contesti in cui l’essere umano è chiamato ad abitare come la dimensione digitale e la dimensione economica del capitalismo globalista. In questi spazi e tempi, tutte le correnti di pensiero che esaltano alcuni elementi della personalità di un individuo per costruire su quelli nuove “categorie” di persone, pensiamo al genere, all’etnia, alla provenienza geografica, al reddito, eccetera, fanno correre il rischio di creare nuove discriminazioni, invece di attenuarle. Occorre quindi riscoprire e recuperare il concetto di persona come comprensivo e unificante di tutti gli aspetti che oggi invece si vogliono distinguere in una moltiplicazione delle differenze.
Accettare le differenze, invece, potrebbe essere il primo passo per rigenerare un pluralismo che non punta a un modello neutro di individuo, sottomesso al consumo economico e culturale di identità prestabilite dal pensiero unico dominante radical chic, che risponde soprattutto alle esigenze del mercato; ma un pluralismo che esalta le differenze per lavorare sia pure da diverse prospettive al benessere materiale e morale di tutti. La sfida del personalismo comunitario non è quindi contrastare o negare le differenze, ma superare il conflitto che queste possono generare, favorendo lo sviluppo e la crescita della società.Sono fortemente convinto, invece, che l’adesione ai valori storici del popolarismo, che trova le sue origini nell’umanesimo integrale e nel personalismo comunitario, e alla loro attualizzazione sia il presupposto perfetto per cambiare il Paese. Infatti, penso che partendo da una visione veramente integrale della persona umana e della sua irrinunciabile dignità dal concepimento alla morte naturale, si possa sviluppare una proposta politica nuova incentrata sui principi della solidarietà e sussidiarietà che metta al suo centro i bisogni concreti delle famiglie, dei lavoratori, degli imprenditori, delle comunità locali e nazionale. Continuando a riscoprire e a rilanciare questi valori l’Udc si configura come un vero cantiere di buona politica.
Lo ha affermato in una nota Wojtek Pankiewicz, Responsabile nazionale dell’Ufficio Cultura dell’Udc
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