(DIRE) Roma, 25 mar. – “Il nostro no all’eutanasia è netto. Piuttosto è necessario costruire la pace per dire sì alla vita. L’associazione ‘Medici e frontiere’ lancia il suo grido d’allarme sui nuovi modi e le nuove misure con cui siamo tutti sollecitati a prenderci cura della vita di tutti per proteggerla dalle molteplici fonti di aggressione a cui è esposta. Scopriamo di giorno in giorno che il bene della vita è quanto di più prezioso possiede una persona, il diritto dei diritti, come ha ribadito una recente sentenza della Corte Costituzionale. Eppure c’è una tendenza strisciante che si fa facendo strada nel nostro ordinamento, ed è quella che intende porre sullo stesso piano morte e vita, diritto alle cure ed eutanasia. È il caso della legge sulla morte volontaria medicalmente assistita in cui la volontà di morire ha lo stesso peso della volontà di essere curato e l’assistenza medica può essere indifferentemente orientata a curare la gente o a farla morire. Parleremo proprio di questo oggi all’Auditorium Celentano, a Roma, in un incontro promosso dall’associazione Medicina e Frontiere e moderato da Flavio Zavattaro. Cercare di capire come e perché un malato possa chiedere di morire, significa riflettere sul tema del suicidio, sia pure medicalmente assistito, come soluzione limite al dolore e alla sofferenza di una persona, chiedendosi se non ci siano alternative e se la prevenzione del suicidio non meriti ben altro spazio che non quello di esaudire la richiesta di una persona in gravi difficoltà”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc, che oggi pomeriggio parteciperà a un incontro promosso dall’associazione ‘Medici e Frontiere’ sul tema del Fine vita.