(DIRE) Roma, 9 feb – “Le parole del Papa sull’aiuto al suicidio, pronunciate oggi durante l’Udienza generale in San Pietro, proprio nella giornata in cui alla Camera riprende il dibattito su questa legge, non possono essere ignorate e soprattutto sono inequivocabili sia per l’autorevolezza di chi le propone che per il generale consenso di cui dispone, anche dopo la sua ultima intervista da Fazio. Con estrema chiarezza ha affermato che non c’è un diritto alla morte e che dobbiamo accompagnare alla morte, ma non provocarla o aiutare qualsiasi forma di suicidio. Non c’è dubbio che Papa Francesco trovi molta più risonanza mediatica quando affronta temi sociali, come la povertà, le migrazioni, che non quando affronta temi come la vita e la morte, che hanno una ricaduta sociale ancora più vasta e più profonda, ma che a volte contrastano con il pensiero dominante di chi ritiene che il principio di auto-determinazione non abbia né limiti né confini. Da medico, da neuropsichiatra infantile, mi unisco alle sue parole quando afferma: “Dobbiamo essere grati per tutto l’aiuto che la medicina si sta sforzando di dare, affinché ogni persona che si appresta a vivere l’ultimo tratto di strada della propria vita, possa farlo nella maniera più umana possibile”. Il no contundente di Bergoglio all’accanimento terapeutico, definito come immorale, e il Sì, ancor più forte, motivato e convinto alle Cure palliative, sono sempre stati il binario in cui ci siamo mossi. In Senato siamo un gruppo piuttosto numeroso di parlamentari che non intendono avallare la legge nella versione in cui è ora alla Camera. In realtà non vorremmo affatto una legge sul suicidio assistito, né tanto meno un referendum sull’omicidio del consenziente. Vogliamo piuttosto che il Governo investa risorse adeguate nel campo delle Cure palliative, sia quando vengono somministrate negli Hospice che nella versione domiciliare. Vogliamo che venga potenziato il supporto psicologico offerto ai malati cronici, ai disabili, a quanti sono vittime di gravi incidenti stradali: nessuno di loro deve sperimentare un dolore così profondo o un vuoto esistenziale che lo porti a desiderare la morte invece della vita.”. Lo afferma in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc e componente della Commissione Sanità di Palazzo Madama.