(DIRE) Roma, 12 nov. – “Giornata della Povertà: ha un senso particolare in questi giorni riflettere sulla povertà anche alla luce del dibattito durissimo che si è aperto sul reddito di cittadinanza oppure sulle pensioni di disabilità, o ancora sui tanti che cercano lavoro senza trovarlo. Il miglior antidoto alla povertà è il lavoro, ma se questo è vero allora dopo 40 anni di lavoro le pensioni che si ricevono, qualsiasi lavoro si sia atto, dovrebbero garantire condizioni di vita più che dignitosa. Ma così non è: o per lo meno non è ancora così. Viceversa non dovrebbe essere consentito a chi può lavorare di riscuotere un credito per servizi non resi. Peggio ancora sappia o, e ogni giorno cresce il numero di quanti hanno goduto del reddito di cittadinanza senza averne diritto. Riflettere sulla povertà è per un politico la sfida più alta e la provocazione più forte, perché chiama in causa una molteplicità di fattori che vanno dalla formazione, necessaria per accedere al mondo del lavoro, alla stessa organizzazione del mondo del lavoro, perché possa essere sufficientemente attrattivo e capace di assumere persone in condizioni di adeguata sicurezza. Un incidente sul lavoro con una pensione di invalidità che non raggiunge i 300 euro è davvero un segnale di crisi pesante in un Paese che figura tra i più industrializzati al mondo. È un giorno complicato oggi: le misure di contrasto alla povertà sono la dimensione più forte della coesione sociale di un paese. Ma il contrasto alla povertà non si può fare solo con misure di tipo assistenziale; va fatto investendo in cultura e in innovazione e sviluppo”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che conclude: “La dignità di una persona che si trova in condizione di povertà deve impegnare tutti noi, politici e non politici, a cercare di capire cosa ha reso quella persona povera o casa non ha mai permesso a quella persona di raggiungere l’autonomia economica necessaria. Capirne il perché, afferrarne il senso e il significato, tutto ciò può e deve orientare le scelte a livello macro e micro economico. La lotta alla povertà è una sfida a 360 gradi a cui non ci si può sottrarre, e di cui occorre assumere la responsabilità, proprio nella prospettiva di ridurne gli effetti drammatici che può avere nella vita di molte persone. Il PNRR oggi deve diventare in Italia anche una gigantesca operazione di creazione di posti di lavoro, stimolando creatività e spiriti di iniziativa nei docenti e negli imprenditori; negli investitori economici e in coloro che si occupano prevalentemente di terzo settore. Ridurre la povertà cominciando da più giovani e quindi cercando di sconfiggere la povertà educativa; ma anche ridurre la povertà degli anziani perchè non debbano mai soffrire della ingratitudine di un sistema sociale da cui si sono sentiti sfruttati senza essere mai adeguatamente remunerati. Oggi possiamo pensarci un pò di più! anche con la spinta di Papa Francesco che ha voluto essere ad Assisi con 500 poveri di tutto il mondo”.