Ddl Zan: Binetti (Udc), ora cambiare testo e cercare punto di mediazione
(DIRE) Roma, 26 ott. – “Concluse le scadenze elettorali di quest’ultima fase della legislatura, alcuni dei problemi accantonati ritornano a farsi sentire con tutta la loro urgenza sia pure in chiave fortemente ideologica. Mi riferisco al disegno di legge ZAN e alle sue contraddizioni che andranno risolte prima di affrontare il Voto in Aula al Senato. La prima e la più vistosa delle contraddizioni è tra il titolo della legge e l’articolo 4. Poche volte si è vista una legge che afferma di voler ridurre fino ad eliminare violenze e possibili discriminazioni nei confronti delle persone omo-transessuali, per poi incorrere in un reato di opinione che priva le persone del legittimo diritto a dire quel che ritengono più giusto. L’articolo 4 va del tutto eliminato, anche perché rappresenta un precedente pericolosissimo per molte altre questioni. Legittima un diritto alla censura contro la quale ogni democrazia ha sempre lottato per mantenere il rispetto di se stessa e delle persone tutte che vivono nella sua area di influenza”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC. “C’è poi quell’altra contraddizione – prosegue la senatrice- che attraversa tutto l’articolo sette e che impone alla scuola in tutte le sue articolazioni una sorta di legittimazione del modello INI-transessuale, penalizzando chiunque non condivida le posizioni LGBTQ+, a cominciare dai più piccoli discriminati fin dal loro ingresso nella scuola. È in gioco sia la libertà di insegnamento e l’autonomia dei docenti che la libertà educativa dei genitori: tutti messi in un grande calderone dei tanti gay pride che si celebrerebbero il 17 maggio di ogni anno. Per ottenere il giusto rispetto per quella che ad ogni buona ragione appare come una minoranza, si finirebbe con lo stravolgere consuetudini e tradizioni della maggioranza del Paese”.
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