Afghanistan: Binetti (Udc), ripartire da Bergoglio, guarire dalla corruzione
(DIRE) Roma, 28 ago. – “La domanda chiave in questi giorni di guerra in Afghanistan è come sia stato possibile che l’ISIS abbia potuto incunearsi tra il popolo afghano, talebani inclusi, possibile e l’esodo delle Forze occidentali, a cominciare da quelle americane. La morte è arrivata con assoluta violenza e precisione per mano di un solo kamikaze: è bastata la volontà suicida di un solo uomo, fotografato e reso noto subito dopo l’attentato, per uccidere oltre 200 persone”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che continua: “Sorprende rendersi conto di quanto sia difficile e complesso costruire la pace e come sia veloce seminare la morte. L’intelligence americana, i servizi segreti italiani, e in molti altri Paesi si sapeva che gli attentati erano nell’aria: ma non si sapeva né quando, né some, né dove; anche se l’aeroporto di Kabul offriva uno scenario ad altissimo impatto mediatico. Esattamente ciò che l’Isis cercava: mostrare che non erano affatto scomparsi; che il pericolo rappresentato da ognuno di loro era concreto e che si trattava semplicemente di un avvertimento. Ci siamo, continuiamo ad esserci e continueremo a seminare morte e violenza. Perché non è solo l’attentato dell’altro giorno che rende sgomenti l’Europa e gli USA, ma la tragica storia che si ripete e che nell’attentato alle Torri gemelle di qualche anno fa ebbe il suo punto di massima audacia distruttiva”. Prosegue BINETTI: “Nessuno fino ad allora aveva osato attaccare l’America entrando in casa sua; erano sempre stati gli americani a muoversi nei diversi scenari di guerra all’insegna della giustizia e della tutela dei popoli più deboli. Al di fuori di ogni retorica, sempre in agguato e sempre possibile, nello scacchiere internazionale l’America appariva come il Paese ricco e potente su cui gli altri potevano contare. Oggi è molto, molto difficile poter continuare a raccontare questa sorta di storytelling di un’America sempre schierata a favore di valori come la libertà e la democrazia, generosamente disposta ad investire uomini e risorse dalla parte di chi ne ha bisogno. Ed è questa la ferita profonda che tutti ricaviamo da questa vicenda. Basta uno a seminare morte e distruzione e non bastano molti, moltissimi, a contenere questo rischio permanente. Il mondo appare meno capace di difendersi e abbiamo imparato a nostre spese che la vendetta non paga e non pagheranno neppure le minacce di Biden, che ha ripreso pari pari una espressione di Bush dopo il famoso attentato dell’11 settembre: Ve la faremo pagare”. Per la centrista “la storia, e anche la cronaca di questi giorni, insegnano chiaramente che l’unica strada percorribile è quella della formazione; del rispetto dei diritti umani, vissuti in modo condiviso e solidale, con scienza e sapienza, combattendo con assoluta determinazione il virus della corruzione e della ipocrisia, come ha più volte ricordati Papa Francesco in questi giorni. La corruzione dilagante a Kabul e in tuto l’Afghanistan, soprattutto ad opera di una macchina burocratica farraginosa e incompetente, esprimeva già la debolezza di un popolo e conteneva il rischio del violento attacco ISIS. Forse è proprio da lì che occorre ricominciare, ricordando un famoso libro di Papa Francesco: Guarire dalla corruzione. Perché dalla corruzione si può anche guarire… è una malattia prima ancora di essere un vizio”, conclude la sentrice. (Com/Tar/ Dire) 11:46 28-08-21 NNNN
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