Afghanistan: Binetti (Udc), violenza più crudele dover lasciare i figli
(DIRE) Roma, 20 ago. – “Tra le immagini più drammatiche che arrivano in diretta dall’Afganistan, in tempo pressoché reale, grazie alle nuove tecnologie, quella che ieri mi ha colpito più profondamente sono state le mamme che gettavano i loro bambini al di là dal muro dell’aeroporto, verso l’ignoto. Accettando un distacco che potrebbe durare un tempo infinito, ma comunque convinte che qualsiasi futuro per i propri figli sarebbe stato migliore di quello che loro stavano vivendo lì”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI Udc. “Forse questa è una delle forme di violenza più crudeli che le donne stanno sperimentando: un vero e proprio strappo di quanto di più intimamente legato al proprio essere donne e madri. Una sofferenza viscerale scelta, nella convinzione che solo così è possibile offrire qualcosa di più e di meglio ai propri figli. L’inferno che i talebani stanno velocemente ripristinando a Kabul, a Islamabad, ma anche nei luoghi più sperduti delle loro montagne è davvero il tragico fallimento delle politiche dell’Occidente. Non eravamo preparati, ha detto l’America per bocca dei suoi massimi esponenti, eppure Biden è stato il vice di Obama per due mandati e non poteva ignorare che al di là della mera propaganda dei vincitori e dei salvatori della patria, le cose stavano in ben altro modo”, continua BINETTI. “La stessa classe dirigente del governo afgano, quella che oggi è accusata di essere fuggita portando con sé le casse dello stato, era stata formata negli Usa. Erano persone divenute cittadini americani, ma che per tornare in patria a governare in nome e per conto degli Usa avevano dovuto rinunciare alla cittadinanza americana”.- “Biden non poteva non sapere in quale condizione da almeno un decennio vivevano le donne afgane”, insiste BINETTI. “L’operazione compiuta da un governo debole, istallato da forze esterne a quelle del Paese, era solo una sorta di copertura a beneficio delle altre potenze, compresa Russia e Cina”. La senatrice Udc prosegue: “Che ne sarà di questi bambini salvati dai talebani, ma allontanati dalle loro madri, dalle loro famiglie e dalla loro cultura; e che ne sarà delle loro madri, violentate nel momento stesso del distacco e private di quanto hanno di più caro e profondo. Il caos economico, sociale e culturale che sta esplodendo in Afganistan arriverà fino a noi; magari sulla scia di quelle droghe di cui sono così abili coltivatori, anche perché per loro rappresenta la principale fonte di arricchimento, tanto da aver invaso di cocaina l’occidente. Questo sarà un ulteriore prezzo che pagheremo. Lo ha detto candidamente uno dei giovani del Rave di Viterbo: la gente viene qui perché gli piace drogarsi e la droga arriverà a dosi massicce da quelle terre martoriate creando ulteriori danni anche da noi. Chissà se oltre ad accogliere i bambini e proteggere le donne afgane, qualcuno si preoccuperà di controllare i nuovi signori della droga, che ci considerano un puro mercato a loro disposizione”. (Com/Lum/ Dire) 13:58 20-08-21 NNNN
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