Sanità: Binetti (Udc), musicoterapia, finalmente un passo avanti
(DIRE) Roma, 31 mag. – “Con maggio finisce questo lungo periodo di lockdown in cui siamo stati tutti prigionieri del Covid 19 e abbiamo sofferto la difficile condizione di un distanziamento emotivo prima ancora che fisico. Ma per il ritorno alla normalità non bastano le garanzie offerte dai diversi vaccini somministrati a ritmo crescente in queste ultime settimane, occorre emergere anche da quello che è stato definito come una sorta di lungo analfabetismo emotivo”. Lo sostiene Paola Binetti, senatrice dell’Udc. Per Binetti “abbiamo bisogno di recuperare quella sintonia profonda con le nostre emozioni, lasciando emergere con coraggio sogni e desideri, che ci appaiono spesso fin troppo audaci, e quindi di difficile espressione. La musica serve anche a questo: a sciogliere quei nodi che l’ansia e il timore di questi lunghi mesi hanno imposto al nostro vissuto più intimo e profondo, imprigionandolo in una nebbia in cui era francamente difficile orientarsi e capire come venirne fuori. Per molti malati però questo vissuto diventa uno dei sintomi più gravi della loro malattia: qualunque sia. E la musicoterapia diventa l’opportunità più significativa per emergere da questo contesto psicologico in cui le passioni tristi sono l’ostacolo principale con cui il malato deve confrontarsi. Eppure, intorno a questo tipo di terapia complementare, non certo sostitutiva, ma proprio per questo coessenziale al benessere del paziente, ci sono ancora pregiudizi e resistenze”. “Il decreto Lorenzin nel gennaio 2018- ricorda Binetti- aveva già previsto un ruolo specifico per la musicoterapia collocandola tra le professioni sanitarie, ma da allora l’itinerario per il suo riconoscimento si è rivelato irto di ostacoli e solo recentemente la ministra dell’Università e della ricerca, la professoressa Maria Cristina Messa, ha formalizzato l’istituzione di un tavolo per dirimere eventuali difficoltà. Un tavolo, coordinato dal Mur, a cui siedono persone con specifiche competenze musicali e persone con competenze medico-terapeutiche nella speranza che il punto di sintesi venga trovato quanto prima. A vantaggio di professionisti che da anni si occupano di questi temi e problemi con profili professionali molto eterogenei e soprattutto a vantaggio dei pazienti che di queste nuove terapie possono giovarsi, anche per affrontare la loro malattia con una rinnovata resilienza. L’auspicio- conclude Binetti- è che il tavolo possa concludere i lavori quanto prima, dando concretezza ad una legge approvata all’unanimità, ma finora rimasta largamente inapplicata”
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