Governo: Binetti (Udc), non facile gestire transizione tra questa e prossima legislatura
DIRE Roma, 25 apr. – “Le tensioni con l’Europa, a proposito del PNRR, preoccupano tutti gli italiani, qualunque sia il partito di riferimento: vaccinata in gran parte l’Italia entro i primi di settembre, la nostra ripresa sul piano economico e sociale dipende strettamente dalle risorse in arrivo dall’UE. L’intervento di ieri di Mario Draghi nella lunga telefonata ad Ursula von der Leyen, in qualita’ di Presidente della Commissione europea, e’ stato accolto un po’ in tutta Italia, ancora una volta, con un largo sospiro di sollievo. Draghi ha chiesto fiducia ed ha offerto competenza; non si e’ scusato dei ritardi scaricandoli sul governo precedente, come sarebbe stato giusto!; non ha sottolineato che il suo governo ha poco piu’ di due mesi di vita. Ha semplicemente garantito con la sua autorevolezza la qualita’ del lavoro fatto finora sul fronte vaccini e mostrato come il Recovery Plan italiano ha concretezza e lungimiranza, piena consapevolezza delle riforme urgenti da fare, ma anche capacita’ di sperimentazione e di innovazione per ridare slancio ad una economia asfittica, che comunque in Europa e’ quella che cresce meno da tempo. Ed e’ questa la vera forza di Draghi in Italia e in Europa: la conoscenza approfondita dei nostri vizi interni e delle ostilita’ esterne. Risuona ancora e non solo alla BCE, la famosa frase: Whatever it takes, costi quel che costi, pronunciata il 26 luglio del 2012, quasi 10 anni fa, per salvare l’Euro, ma soprattutto l’Italia che correva il rischio di fare la fine della Grecia. Costi quel che costi, Draghi fara’ di tutto per salvare ancora una volta l’Italia che, senza gli oltre 220 mild promessi, non potrebbe in nessun modo uscire dal pantano di una stagnazione in cui e’ inesorabilmente piombata. Mentre i partiti sembrano azzuffarsi in CDM sull’orario del coprifuoco, ora piu’ o ora meno, la vera battaglia si combatte sul fronte delle risorse europee che sembrano scricchiolare di giorno in giorno.” Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, Udc, che continua: “Questo insieme di prestiti e di sovvenzioni a fondo perduto, per un importo di circa 220 mld, che caratterizza il Next Generation EU, deve essere investito in un arco di cinque anni, tanto che per vederne il compimento si comincia a parlare del 2025-2026, ossia della prossima legislatura, mentre questa continua ad annaspare. La vera sfida di Draghi e’ chiedere fiducia non solo oggi, per il suo governo, ma anche per un governo che non c’e’ ancora e che non sappiamo affatto che colori avra’. La consapevolezza che l’UE sta maturando in questi ultimi mesi, e’ che gran parte delle risorse in arrivo nei diversi Paesi saranno gestite da governi di cui attualmente si ignorano le reali coordinate. Un governo che, almeno per quanto riguarda l’Italia, e’ attraversato da enormi linee di tensione nei partiti per lo piu’ in crisi, nelle coalizioni che si formeranno e nel tipo di governo che prendera’ forma, compresa la domanda che serpeggia in tutti i dibattiti politici: Draghi continuera’ a governare il Paese anche nella prossima legislatura e continuera’ a garantire le riforme sempre piu’ indispensabili, ma anche sempre meno chiare; si fara’ davvero responsabile in prima persona degli investimenti necessari a gestire il rinnovamento, non solo sul piano economico, ma anche sociale e strutturale? Oppure dovremo amaramente riconoscere che abbiamo sprecato questa crisi.”
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