Covid: Binetti (Udc), dopo il virus la rabbia sociale è il nuovo rischio
C’E FAME DI GIUSTIZIA E DI EQUITÀ, MA NON SEMPRE SEMBRANO ACCESSIBILI (DIRE) Roma, 22 apr. – “Il dibattito su questa ultima Manovra e’ diventato un ulteriore specchio del disagio e della sofferenza diffusa nel Paese. Una sofferenza che ha fortissime implicazioni di natura economica, ma che non si esaurisce nelle misure finanziarie che possono essere attivare per limitare il danno che un anno di chiusura pressoche’ completa ha occasionato in tanti ambiti della vita produttiva. La cosa sorprendente e’ come sia possibile registrare differenze vistose tra categorie che hanno ricevuto una maggiore e migliore attenzione da parte del Governo, o per meglio dire dei governi, e quanti ritengono di essere stati ignorati, sottovalutati e non compresi nelle difficolta’ che stavano attraversando”. E’ quanto dice Paola BINETTI, sentrice Udc. “La sensazione che si ha – aggiunge- e’ che dopo una causa iniziale di crisi sanitaria, ancora in atto, e dopo il tentativo di controllarla attraverso chiusure generalizzate, creando una ulteriore crisi di natura economica, ora stia esplodendo una crisi di natura diversa, che ha molto a che fare con la giustizia, o meglio con l’ingiustizia con cui molti si sentono trattati. La questione non e’ piu’ ne’ il virus, ne’ la riduzione del reddito, ma il modo in cui le risorse attivate dal governo siano state distribuite, perpetrando un conflitto tra chi ha avuto di piu’ e chi meno; o addirittura non ha avuto nulla. Il disagio sociale che serpeggia in questi giorni ha il sapore di una pesante crisi di fiducia nei confronti del governo e, come spesso accade, della politica in generale. Un governo che, piu’ o meno consapevolmente, ha favorito alcuni a spese di altri”. La senatrice Udc, Paola BINETTI, continua: “Basta pensare alla riapertura dei ristoranti e dei bar, ma solo all’esterno, consentendo perfino una occupazione del suolo pubblico per distribuire sedie e tavolini, ma lasciando senza alcuna alternativa persone che non possono ricorrere a queste soluzioni. La dissonanza cognitiva e’ tanto piu’ pesante quando si tratta di locali che hanno investito al loro interno risorse proprie per garantire all’interno del locale un’accoglienza adeguata ai loro clienti. Il paradosso e’ che un piccolo locale con una vasta strada davanti ha piu’ chance di un grande locale, che non puo’ espandersi all’esterno. E’ appena evidente sottolineare che l’affitto del primo e’ di gran lunga inferiore all’affitto del secondo; ma il primo sopravvivera’ meglio del secondo, che pure abitualmente paga piu’ tasse e a costi fissi di gran lunga piu’ elevati. Analogamente scuole con classi piu’ numerose saranno penalizzate molto di piu’ di chi invece ha gruppi di alunni piu’ ridotti e puo’ accoglierli tutti in uno stesso spazio. Il dover ancora frammentare il gruppo classe, suddividendolo sulla base di decisioni non sempre oggettive, o per lo meno percepite come non obiettive, innesta nella classe e nella scuola un malcontento che ha poco a che vedere con il virus o con l’impoverimento sociale, ma molto con la frustrazione e la rabbia. Ed e’ questo il rischio latente. Accentuato dallo stress e comunque dalla difficolta’ reale di essere giusti pur desiderandolo. Le persone oggi percepiscono un diffuso senso di ingiustizia, che alimenta ribellione e trasgressione, e sono proprio questi i nuovi rischi con cui il governo si dovra’ misurare nei prossimi giorni”.
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Source: News UDC Italia