Ue: Binetti (Udc), tornare a regole Repubblica parlamentare e alla carta
(DIRE) Roma, 17 giu. – “La bagarre che si e’ scatenata ieri in Aula sembrava attestarsi su una iniziale questione semantica: il presidente del Consiglio oggi in Aula fara’ delle semplici comunicazioni, per informare il Parlamento di quanto gia’ deciso, o viene con la disposizione d’animo di ascoltare e recepire la linea di indirizzo che la Camera prima e il Senato dopo presenteranno al governo, perche’ successivamente le rappresentino in Europa? Non e’ cosa da poca in una legislatura in cui i tentativi di delegittimare il parlamento sono all’ordine del giorno e si avvalgono di volta in volta di interlocutori estranei al modello di democrazia scelto 75 anni fa dagli italiani. Dopo il ventennio fascista, dopo la drammatica guerra mondiale, seguita a giro da una altrettanto drammatica guerra civile, gli italiani scelsero un modello di Repubblica parlamentare bicamerale, in cui le due Camere avevano parita’ di prerogative e di condizioni e la divisione tra i diversi poteri dello Stato era chiara e ben definita. Oggi appare evidente non solo lo sbilanciamento tra magistratura e parlamento, con la prima che si sostituisce al parlamento non appena puo’ introdursi nei meccanismi che rivelano la sua fragilita’ senza preoccuparsi di sostenerne il ruolo e la dignita’; ma anche la tendenza del governo a sostituire le due Camere con task force di sua nomina, gruppi di esperti di qualsiasi provenienza, immaginando contesti decisionali del tutto informali. Ma indebolire il Parlamento significa anche indebolire la democrazia non solo parlamentare, ma lo spirito stesso della democrazia che dovrebbe animare l’intera vita del Paese.” Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che continua: “Perche’ se al massimo livello del governo del Paese le regole vengono stravolte e riscritte a seconda della volonta’ di chi detiene il Paese, non si capisce per quale motivo lo stesso meccanismo non dovrebbe contagiare, infettare l’intero Paese”. “La legge, quella correttamente e democraticamente costruita, diventa sempre meno capace di orientare i processi e chiunque detenga una sorta di autorita’, a qualunque livello, puo’ rivendicare per analogia di scriversi i suoi dpcm dettati dall’urgenza, stravolgendo il sistema delle regole, umiliando i collaboratori, ignorano gli aventi diritto e in fondo ribadendo una antica lezione della storia che suona piu’ o meno cosi’: La legge sono io!. Ma quella storia sappiamo pure come e’ finita, quando finalmente tutti hanno capito la lezione e non ne hanno piu’ sopportato il carico di autoreferenzialita’, pretendendo che si tornasse alla divisione dei poteri e alla propria Carta Costituzionale. Il parlamento e’ amareggiato, non solo l’opposizione, e gli italiani sono davvero molto stanchi. Non solo del Covid 19”, chiude la senatrice. (Com/Tar/ Dire) 11:03 17-06-20 NNNN
Source: News UDC Italia