Coronavirus: Binetti (Udc), emendamento votato alla Camera ripropone libertà culto per tutte le religioni fatta salva la distanza sociale
(DIRE) Roma, 6 mag. – “Molte liberta’ civili sono state sospese in questo periodo di emergenza dettato dalla pandemia da Covid. Il decreto del premier Conte del 20 aprile 2020 aveva disposto che nemmeno nella ‘fase2′ si potessero celebrare le Messe, salvo quelle legate ai funerali, forse per cancellare quella opprimente immagine di tante bare di persone morte senza nessuna consolazione ne’ umana ne’ spirituale. Non un gesto affettuoso da parte di un familiare, non il sacramento legato all’approssimarsi della morte. Una solitudine estrema quella delle tante bare affiancate in un anonimato insopportabile. Forse per attenuare questo lutto nazionale Conte aveva predisposto a strette condizioni di poter celebrare i funerali. Ma Messe proprio no! A nessun titolo! E non a caso la CEI si era inizialmente risentita e un folto gruppo di senatori aveva scritto una lettera al Premier per mostrare tutto il proprio disagio, face di riferimento sia alla Costituzione che al Concordato”. Lo dice la senatrice Paola Binetti (Udc), che continua: “Stamattina la Camera ha votato un emendamento opportunamente riformulato, in cui si dice che il Governo non puo’, nemmeno in situazioni di emergenza, unilateralmente disporre la sospensione del culto. Per sospendere le funzioni religiose per ragioni di sicurezza sanitaria DEVE ricercare una intesa previa con tutte le religioni, non solo con quella cattolica. Il risentimento diffuso tra tutti i fedeli era palpabile nell’atmosfera; ci si chiedeva a quale titolo il legislatore si intromettesse nel principio di liberta’ di culto dell’art. 19. Mentre appariva legittimo dettare regole e criteri a salvaguardia della salute pubblica, del tutto scorretta appariva l’ingerenza in materia di culto. Che differenza fa celebrare una messa il lunedi’, perche’ c’e’ un funerale, e non poterla celebrare il martedi’ solo perche’ manca la bara col defunto! Quale ostacolo rappresenta per la salute pubblica? E se le distanze sono garantite nei termini previsti, perche’ stabilire il numero di 15 persone in chiese e basiliche di dimensioni di gran lunga superiori a quelle ipotizzate per i luoghi di lavoro. L’ingerenza resta e appare svincolata da criteri oggettivi! Comunque il valore aggiunto dall’emendamento sta nella impossibilita’ d’ora in avanti che il premier o chi per lui, che sia il CdM o il comitato tecnico-scientifico, di decidere in materia di culto, fosse anche nell’emergenza piu’ assoluta, senza previa consultazione dei legittimi rappresentanti delle diverse fedi. Libera chiesa in libero stato non e’ un principio che si puo’ maneggiare a proprio gusto, quasi sempre per rivendicare una laicita’ che sa spesso di laicismo e anticlericalismo. Non e’ il governo che autorizza gli atti di culto! A lui compete rispettare la volonta’ popolare quando non compie atti contrari alla vita e alla salute dei cittadini. Ora, come gia’ chiesto nella lettera al capo del governo da parte di tanti senatori di tanti partiti diversi, vogliamo tornare alla Santa Messa quotidiana, nell’impegno di salvaguardare con la massima cura la vita e la salute di tutti! I limiti imposti alle nostre liberta’ non possono includere anche la liberta’ piu’ profonda per ognuno di noi: la liberta’ di culto! La Camera dei deputati ha votato e ora vogliamo che a quel voto si dia la attuazione piu’ veloce e piu’ concreta, senza altri indugi!”. (Vid/ Dire) 14:53 06-05-20 NNNN
Source: News UDC Italia