Eutanasia: Binetti (Udc), inaccettabile diffusione cultura della morte
(DIRE) Roma, 3 ott. – “Piu’ si parla di dolore, di sofferenza, di umanizzazione delle cure e piu’ si scopre che i malati sono lasciati soli: loro e le loro famiglie. Davanti ad un SSN, ricco di parole e di buoni propositi, ma avaro di soluzioni, la tentazione di cercare soluzioni estreme per affrontare problemi complessi puo’ essere molto forte. E oggi le soluzioni che vengono alla mente sono subito riconducibili al farla finita. Davanti alla mancanza di nuove prospettive e davanti ad una situazione di disabilita’ gravissima che si protrae nel tempo, ormai viene subito in mente che e’ meglio morire. Ed e’ questo il pensiero che sta gia’ diffondendosi dopo appena una settimana dalla sentenza della Corte: se lo Stato non fa nulla; se la famiglia e’ sempre piu’ piccola, in crisi ed impoverita da anni di progressivo impoverimento, allora perche’ attendere. E la china si fa sempre piu’ ripida, la stessa capacita’ di sopportazione diventa sempre minore e il tessuto sociale, a cominciare dalla famiglia, mostra segni di cedimento pericolosi a cui pero’ non intendiamo rassegnarci. Non e’ accettabile che la cultura della morte si vada diffondendo cosi’ velocemente, senza che lo stato faccia altro che prenderne atto, ignorando le sue responsabilita’”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che continua: “Eppure non e’ difficile individuarne almeno tre: la crisi demografica, che concentra sulle spalle di un unico figlio, se c’e’, se vive nella stessa citta’ dei genitori, se e’ disponibile, il carico di responsabilita’ di genitori anziani ed ammalati, senza poter condividere con nessuno il carico di una persona gravemente disabile, a volte in stato di minima coscienza, ecc”.Binetti prosegue: “Al secondo posto l’enorme fatica esistenziale che comporta una patologia neuro-degenerativa, che non va affatto confusa con una malattia terminale, e che invece compromette l’autonomia del soggetto, lasciandolo spesso pienamente lucido, senza poter ottenere una assistenza socio-sanitaria domiciliare con la necessaria e dovuta intensita’. Sclerosi multipla, SLA, Parkinson, Alzheimer, ecc.. non sono patologie che si possano affrontare senza sentirsi di peso per i propri familiari, nella piena consapevolezza che si sta condizionando pesantemente la loro vita. In terzo luogo- conclude la senatrice centrista- c’e’ una cultura, che ha posto in pole position successo, affermazione personale, diritti individuali, senza restituire alla solidarieta’ quel valore straordinario che fonda l’ecologia umana e pone la nostra vita in un ecosistema in cui tutti, in qualsiasi fase della vita e in qualsiasi condizione, ricopriamo un ruolo insostituibile, che ha senso e valore e che merita di essere vissuto”. (Com/Tar/ Dire) 16:38 03-10-19 NNNN
Source: News UDC Italia