Fine Vita: Binetti (Udc), è in arrivo l’eutanasia di Stato
(DIRE) Roma, 24 set. – “Era stato pre-annunciato, e di fatto cosi’ e’ stato, ma nessuna richiesta formale di rinvio e’ giunta alla Corte Costituzionale, per cui molto probabilmente oggi stesso verra’ pronunciata la sentenza in fatto di eutanasia. Il dibattito e’ iniziato questa mattina con Marco Cappato, difeso da Filomena Gallo e l’avvocato dello Stato, Gabriella Sandulli e si e’ trattato di un dibattito decisamente interessante nelle argomentazioni, ma gia’ predisposto e strutturato nelle sue possibili conclusioni. Prescindendo dall’ingiusta accusa di inerzia al Parlamento, che non tiene affatto conto della richiesta della Presidente del Senato, che aveva chiesto tempi supplementari per garantire anche a noi senatori la possibilita’ di intervenire in un campo cosi’ delicato, colpisce il tentativo di un nuovo punto di bilanciamento tra il principio di autodeterminazione e il diritto alla vita. La Corte, dopo l’udienza pubblica che si e’ tenuta stamattina, andra’ diritta alla decisione. Colpisce il fatto che il diritto all’autodeterminazione viene invocato per sottrarre le persone al dolore e alla sofferenza, senza neppure ipotizzare che proprio il dolore e la sofferenza potrebbero trovare via alternative di soluzione.” Lo afferma la senatrice Paola Binetti (Udc), che continua: “Di fatto il Governo, nell’arco degli ultimi 10 anni ha approvato una legge sulle cure palliative, 38/2010 e una legge sul Dopo di noi, la legge 112/2016; ha approvato un Piano nazionale per la disabilita’; un Piano nazionale per la cronicita’ e dovrebbe approvare il nuovo Piano nazionale per le malattie rare. Insieme alle tante Associazioni che si occupano di questi problemi, ci siamo battuti in Parlamento per ottenere buone leggi, che servissero a ridurre, fino al eliminare, qualsiasi possibile richiesta di eutanasia. Volevamo offrire ai malati soluzioni alternative al loro dolore, alla loro solitudine, alla loro stessa poverta’, mostrando il volto buono di una Sanita’ che non si sottrae alle sue responsabilita’ di cura, coerentemente con l’articolo 32 della Costituzione. Ma queste leggi non sono mai state adeguatamente finanziate. E la conseguenza e’ il senso di solitudine che sperimentano questi malati; il timore di essere di peso per i loro familiari e quindi il desiderio di farla finita, convinti che probabilmente questo e’ anche cio’ che vorrebbero i loro familiari. Se passera’ l’interpretazione in chiave eutanasica dell’Articolo 580 del cp e invece di punire l’aiuto al suicidio, come espressione di mancanza di solidarieta’, lo si esaltera’ come nuova forma di sostegno alla liberta’ del paziente, modo concreto di esaudire il suo desiderio di morte, allora occorrera’ davvero che questo governo, e quelli che lo hanno preceduto, facciano un serio esame di coscienza su come non si sono fatti carico dei reali bisogni dei pazienti. Una legge non finanziata adeguatamente e’ una illusione che conduce rapidamente alla delusione e il nome di questa delusione e’ la morte, quella vera, di cui l’indifferenza e e l’avarizia di stato sono ampiamente responsabili”. (Com
Source: News UDC Italia