Sanità: Binetti (Udc), contraddizioni M5s, si eutanasia poco interesse a cura
(DIRE) Roma, 25 feb. – “Sabato scorso in un Teatro Argentina pieno, dalla platea ai palchi di rappresentanza, fino all’ultimo loggione, era riunito tutto il Gotha delle Professioni sanitarie. C’erano tutti i presidenti delle diverse professioni, il top della professionalita’ sanitaria, tutti presenti, dopo aver superato le naturali difformita’ storiche, mancava solo il ministro della salute. Assente ingiustificata. Come spesso le accade di questi tempi, con l’aggravante di aver rilasciato proprio in quello stesso sabato una intervista al Messaggero in cui affermava: Auspico l’approvazione della legge sull’eutanasia in questa legislatura. Bastava che avesse letto l’incipit del Manifesto presentato al Teatro Argentina per farsi venire qualche dubbio sulle reali motivazioni del mondo sanitario in un campo cosi’ delicato ed eticamente rilevante: Gli Ordini delle professioni sanitarie e sociali, le Federazioni delle Professioni sanitarie che sono Enti sussidiari, agiscono tutti al fine di tutelare gli interessi pubblici e sono chiamati dallo Stato a garantire la tutela della salute individuale e collettiva. Il vero problema oggi e’ garantire la salute pubblica, mettendo un argine all’alto livello di frammentazione dei servizi e alla mancanza di coordinamento dell’assistenza erogata dai diversi professionisti. Secondo l’Ocse ci sono in Italia 21 sistemi sanitari regionali con differenze notevoli sia per quanto riguarda l’assistenza che gli esiti, con un elevato numero di pazienti che si spostano da regione a regione. Nessuno dei Presidenti, intervenuti nell’ampio dibattito che e’ seguito alla presentazione del Manifesto, ha fatto riferimento alla legge sull’Eutanasia come ad una esplicita priorita’ nel nostro SSN. Tutti invece hanno denunciato la evidente disomogeneita’ nella tutela della salute a livello Regionale, che rende problematica l’uguaglianza tra i cittadini prevista dalla nostra stessa Costituzione. La gente non vuole anticipare la sua morte, vuole invece vivere ed essere curata nel miglior modo possibile, rimuovendo gli ostacoli che oggi rendono problematico esigere questo diritti fondamentale”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc, che continua: “Dopo il presidente Fico, ora il ministro Grillo, sembra che nel M5S morire sia piu’ importante che vivere; e anticipare la morte sia piu’ semplice che risolvere i problemi che accompagnano le persone in certe fasi della loro vita. C’e’ una insistenza ideologica che pone sullo stesso piano il diritto a vivere e il diritto a morire, contraddicendo secoli di ricerca scientifica, di miglioramento continuo dell’assistenza sanitaria, di umanizzazione delle cure. E il paradosso e’ che con l’eutanasia cambia la natura stessa del suicidio, che non e’ piu’ un gesto, piu’ o meno drammatico, frutto di una scelta personale, ma diventa un intero processo a carico del SSN, che dovra’ predisporre spazi, tempi, e risorse non piu’ per garantire la vita di un paziente ma semplicemente per accelerarne la morte, lasciandosi alle spalle ogni responsabilita’; giustificandosi con l’affermare: lui lo voleva, lo ha chiesto, magari con insistenza, e io mi sono limitato a dargli la morte che voleva. A questo punto non si potra’ piu’ dire di no a qualsiasi altra richiesta di qualunque altro paziente! Ma il SSN avra’ decisamente cambiato di faccia, di mission e di modello organizzativo!” (Rai/ Dire) 11:14 25-02-19
Source: News UDC Italia