Governo: Binetti (Udc), ministri riflettano prima di promettere impossibile
(DIRE) Roma, 24 set. – “In Italia la carenza di medici, di medici specializzati in particolare, e’ strettamente legata alla carenza di borse di studio, o meglio di contratti di lavoro, necessari per accedere alle scuole di specializzazione. E’ un problema di natura economica, che riguarda il MEF e gli stanziamenti necessari per garantire il giusto rinnovo alla classe medica. C’e’ qualcosa di ambiguo in questo balletto delle cifre per cui si annunciano tagli, anche alla sanita’ e si segnalano priorita’ di altra natura, come ad esempio il famoso reddito di cittadinanza, la flat tax, le pensioni a soglia 100. Invece il ministro Grillo promette la liberalizzazione degli accessi a medicina: tutti ammessi al primo anno e duramente selezionati al secondo. Anche per le specializzazioni il ministro promette libero accesso a tutti, a cominciare dalle scuole di Medicina generale. Ora non c’e’ dubbio che i test di accesso non siano il massimo come strumento di selezione, ma ci sono tre osservazioni a cui il ministro dovrebbe rispondere. Prima di tutto dove pensa di inserire gli oltre 75.000 studenti che ogni anno vorrebbero fare medicina: in quali aule, con quali programmi e con quali metodologie didattiche e soprattutto con quale alternativa successiva alla selezione. Intende porre delle soglie di accesso? Per esempio stabilire una media al di sotto della quale non si puo’ passare a medicina? È sicura che sia una strada percorribile senza ricorsi?”. Lo domanda Paola Binetti, senatrice Udc, che prosegue: “Secondo punto: attualmente oltre il 90% degli studenti di medicina si laureano in corso. E’ una percentuale superiore a qualsiasi altra facolta’. Evidentemente sono motivati e fortemente impegnati. Se ci fossero piu’ borse di studio, o meglio piu’ contratti di lavoro, tutti i neo-laureati vi accederebbero senza lunghe e inutili attese. Terza osservazione: attualmente gli specializzandi frequentano oltre ai policlinici universitari anche i migliori ospedali del territorio; trascorrono uno o piu’ semestre all’estero e completano la loro formazione anche sotto il profilo scientifico, in modo da poter fare della ricerca clinica, dovunque si inseriranno professionalmente. Fare promesse in liberta’: tutti ammessi e tutti specialisti, avrebbe senso se poi si dicesse anche tutti assunti. Oggi pur lamentando la carenza di medici in alcune aree si dimentica che il blocco delle assunzioni negli ospedali; i tagli sistematici al personale, hanno creato il paradosso di medici senza lavoro e di lavoro senza medici”. Per Binetti “a tutto cio’ si deve aggiungere il forte contenzioso legato alla medicina difensiva, che allontana molti giovani dalle specializzazioni chirurgiche. E dulcis in fundo! In Italia sono pochissime le sedi in cui e’ attivata la specializzazione in medicina e chirurgia d’urgenza. Per questo i medici del Pronto soccorso arrivano da specializzazioni come medicina interna, cardiologia, neurologia, ecc.. Il medico di pronto soccorso non puo’ essere un tuttologo! Ci piacerebbe che il ministro Grillo, prima di fare promesse mirabolanti, prendesse almeno visione dei disegni di legge depositati in parlamento su questi stessi temi… I problemi ci sono, ma non esiste una bacchetta magica per scioglierli!”. (Com/Anb/ Dire) 10:52 24-09-18 NNNN
Source: News UDC Italia