Dl Dignità: Binetti a Di Maio, giovani attendono risposte concrete
(DIRE) Roma, 4 lug. – “Il dibattito sugli immigrati assume ogni giorno di piu’ dimensioni tali da oscurare tutti gli altri temi e problemi del Paese. Il decreto Dignita’ ha in parte condiviso gli onori della cronaca per 24 ore, ma ormai anche lui sembra tornato nell’ombra. Eppure l’approccio al lavoro giovani, quelli che piu’ facilmente sono vittime dei contratti a termine, sembrava interessante come risposta alla precarizazzione di una intera generazione, che forse non avra’ mai la sua pensione… Ma Boeri, in pertenne conflitto con Salvini, rilancia il tema della pensione mettendola in conto agli immigrati. Sono loro, che secondo il presidente INPS, a suo tempo dovrebbero pagare le pensioni dei giovani, senza pero’ aver offerto ai giovani l’opportunita’ concreta di guadagnarsela con il proprio lavoro. Il dibattito appare stucchevole, ideologico, e privo di quel consenso informato che e’ alla base di ogni decisione. Siamo sicuri che gli immigrati vorranno pagare la pensione dei nostri giovani? E siamo altrettanto sicuri che i giovani vogliono farsi pagare la pensione dagli immigrati. Le risposte sono tanto ovvie da non meritare nessuna precisazione aggiuntiva… Mentre invece e’ sempre piu’ urgente creare opportunita’ di lavoro per i giovani italiani puntando su innovazione e sviluppo.” Lo afferma la senatrice Paola BINETTI (Udc), che continua: “I giovani attendono risposte concrete: ora! La maggior parte di loro vorrebbe iniziare l’anno a settembre, inteso in termini scolastici, con un lavoro reale, che rappresenti un investimento concreto per il loro futuro. Ma tutto sembra sempre rimandato alle calende greche. Non e’ mai il tempo giusto per loro. Ed e’ questa la rabbia che il M5S non deve sottovalutare perche’ puo’ essere un boomerang molto forte per il partito del cambiamento e del rinnovamento. Tramontato e in gran parte rispedito al mittente il reddito di cittadinanza i giovani vogliono lavoro. Apprezzano il No di Di Maio ai contratti a termine, ma temono di perdere questo, senza aver conquistato il contratto a tempo indeterminato. Sai sentono continuamente sospesi tra l’incudine e il martello; strangolati dalle promesse inconsistenti di tutti i partiti che si sono succeduti in questi ultimi 10 anni che hanno bruciato almeno due o tre generazioni, scaricando la propria responsabilita’ sugli altri, senza mai avere il coraggio di tracciare una linea di demarcazione positiva, che consentisse ai giovani il salto reale nel mondo professionale. Per molti di loro lo studio e’ stato l’ammortizzatore sociale della speranza: studia e vedrai; studia e potrai. Ma non vedono nulla nel loro futuro e si sentono sempre piu’ impotenti. Non a caso molti di loro pensano di emigrare all’estero… un viaggio al contrario dei loro coetanei meno attrezzati culturalmente, ma ugualmente a corto di risorse e di opportunita’…”. (Vid/ Dire) 16:14 04-07-18 NNNN
Source: News UDC Italia