GOVERNO. BINETTI: SERVONO LEADER-NEGOZIATORI E NON LEADER-DITTATORI
(DIRE) Roma, 19 apr. – “L’apparente fallimento delle trattative esplorative affidate alla Presidente del Senato pone nuovi ed inquietanti interrogativi all’intero Parlamento, in una fase di blocco totale nei suoi lavori; vittima di veti incrociati; ma nello stesso tempo unico vero rappresentante eletto della volonta’ popolare.
Di Maio e Salvini, con la complicita’ di Berlusconi, sembrano tutti impegnati in un gioco pericoloso ad excludendum, tanto che Giorgetti, autorevole esponente della Lega, si azzarda a dire: togliete i veti e magari lunedi’ prossimo avrete gia’ un governo… Il punto e’ che passare a nuove consultazioni, mantenendo fissi gli interlocutori che finora si sono trastullati con i rispettivi veti, sembra davvero una missione impossibile.
Ne’ poteva essere diversamente e anche se sarebbe stato bello!
Difficile immaginare che la Casellati, a parita’ di condizioni e senza alcun margine per poterle modificare, riuscisse laddove era fallito il paziente ed esperto Mattarella. Il nuovo punto di equilibrio non puo’ che partire da un cambio dei negoziatori, con Fico che magari sostituisce Di Maio e Giorgetti che sostituisce Salvini e forse con una apertura a quel Pd moderato, che e’ sicuramente capace di fare di piu’ e di meglio di quanto non abbia fatto nell’ultima legislatura.”
Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che conclude: “Al voto, con questa legge non si puo’ tornare. Il governo con questi leader non si puo’ fare. Cambieremo certamente la legge, imposta al parlamento a furia di fiducie, e’ bene non dimenticarlo!, ma per questo serve un governo nel pieno possesso dei suoi poteri.
Un governo che rappresenti davvero la volonta’ popolare nella sua complessita’ ed eterogeneita’; formato da parlamentari eletti, sufficientemente equilibrati da ammettere che nessuno di loro ha vinto, ma tutti insieme esprimono aspettative e speranze degli italiani. Potremmo dire che e’ il bello della democrazia!
Non c’e’ un vincitore che possa vantare posizioni di assoluta preminenza, ma non per questo si puo’ rinunziare a coordinare un esecutivo variegato, obbligato di volta in volta a cercare il punto di mediazione piu’ alto, senza condannare l’intero Paese ad una sconfitta globale dalle devastanti conseguenze sul piano economico.
Il nuovo governo non potra’ essere espressione di una sola forza politica e neppure di una sola coalizione, ma dovra’ democraticamente rispondere alle necessita’ emergenti nel paese: dal lavoro alla famiglia; dalla salute alla istruzione; dalla ricerca alla innovazione tecno-scientifica.
Un governo di programma con una pianificazione condivisa, che non e’ quella dei singoli programmi elettorali, ma il frutto di un lavoro onesto e competente di chi intende governare per servire il Paese e non solo assumere posizioni di potere e di preminenza autoreferenziali”.
(Vid/ Dire) 17:32 19-04-18 NNNN