SIRIA. BINETTI: SI RIPRENDA LA VIA DELLA DIPLOMAZIA INTERNAZIONALE
(DIRE) Roma, 15 apr. – “I venti di guerra che dalla Siria giungono in Italia sono tutt’altro che rassicuranti, anche per la presenza di un folto gruppo di rifugiati siriani, presenti a pieno titolo sul nostro territorio.
Hanno legittimamente chiesto aiuto, proprio perche’ fuggivano dalla guerra, dalle malattie e dalla fame. E hanno ottenuto quel che potevamo dare loro in termini di pace e di serenita’, ma certamente non quello che avrebbero voluto e a cui forse avrebbero avuto diritto: un lavoro che ne sottolineasse la piena dignita’ e la speranza concreta di poter tornare, prima o poi a casa loro.
Oggi, i siriani presenti in Europa, dall’Italia alla Germania sono drammaticamente preoccupati per il loro Paese, soprattutto per l’escalation della violenza innescata dall’uso di armi chimiche.
Loro, come noi, ne ignorano l’esatta provenienza, ma sanno bene che sono state usate con certezza, e in modo del tutto sconsiderato, anche contro i civili. Soffrono per i familiari siriani rimasti in patria e di cui non hanno notizie.
Ma soffrono anche per i recentissimi bombardamenti americani, sanno bene che e’ stata una prova di forza a carattere dimostrativo e non sanno quali e quanti fatti seguiranno a questa distruzione sistematica del loro paese, in cui temono diventi sempre piu’ difficile anche il sognare di poter tornare. Non c’e’ piu’ il paese dove sono nati; irriconoscibili i centri urbani in cui hanno vissuto; distrutte le universita’ dove hanno studiato con l’illusione di contribuire alla evoluzione di un Paese dalle radici antichissime, per migliorarne le condizioni umane.
Ma soprattutto non riescono piu’ a distinguere tra amici e nemici; tra chi vuole il bene del Paese e chi semplicemente vuole cancellarne le tracce; si sentono preda di un gioco piu’ grande di loro, di cui non percepiscono fino in fondo la portata.
Si chiedono a chi possa mai giovare una Siria cosi’ martoriata; un popolo cosi’ umiliato; generazioni nate e cresciute solo al suono delle bombe che cadono.
Non capiscono”.
Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, UDC, che ha incontrato oggi un gruppo di giovani siriani, sgomenti davanti all’assoluto non senso di questa guerra, che sembra non avere mai fine.
Ecco la testimonianza di uno di loro: ha poco piu’ di 20 anni, parla bene l’italiano e sembra un ragazzo colto, anche se totalmente disorientato: “Non ricordo nemmeno quando e come sia cominciata questa guerra. Studiavamo, protestavamo come tutti i giovani universitari; volevamo piu’ liberta’, piu’ dialogo con i professori, piu’ tempo libero per gli amici.
I miei hanno insistito che andassi all’estero; avevano paura che mi cacciassi in qualche guaio. Ma in realta’ rischi e pericoli allora non ne intravvedevo.
Sono venuto in Europa per migliorare lo studio delle lingue e non sono piu’ potuto tornare in Siria. I miei all’inizio non hanno voluto e ora e’ diventato impossibile. Non so cosa fare.
Mi sento totalmente sradicato qui, ma ho paura a tornare. I miei amici sono come me: pieni di dubbi; vorrebbero rendersi utili alla Siria, ai siriani, ma nessuno ci dice come poterlo fare!”.
“Forse e’ arrivato il momento in cui, oltre alle armi internazionali, a cui va posto uno stop definitivo, si riprenda la via di una diplomazia internazionale piu’ forte e coraggiosa.
Gli inutili appelli di papa Francesco, il vero opinion leader di questo terzo millennio, ci dicono pero’ quanto sia difficile mettere intorno ad un tavolo quanti stanno giocano a vario titolo con la vita di tanti giovani che forse non potranno mai diventare adulti in tempi di pace!”, conclude.
(Com/Pol/ Dire) 16:09 15-04-18 NNNN