“E’ finito il primo giro di consultazioni al Quirinale e le aspettative nel Paese sono tante: a nessuno sfugge la difficoltà di costruire una maggioranza sufficientemente solida e coerente e tutti sperano nel miracolo del Presidente.
In realtà questi ultimi giorni sono serviti più a cogliere la vera patologia che ha colpito l’Italia in questi ultimi anni, che non a capire come poter venire fuori da una prognosi decisamente infausta, come quella che i più pessimisti collocano a brevissimo termine. Abbiamo un sistema immunitario impazzito, che pone l’uno contro l’altro e, attraverso un sistema di veti incrociati, rende inagibile qualsiasi alleanza e quindi qualsiasi soluzione.
Il M5S aveva scommesso fin dall’inizio solo su sè stesso, pregiudicando qualsiasi possibile accordo, in un’autoreferenzialità sterile e narcisistica. Quel ripetere come un mantra Di Maio leader e solo Di Maio senza alternative di sorta, ne fa automaticamente dei perdenti della partita.
I loro unici alleati credibili sono sé stessi, in questo momento però sono anche i peggiori nemici di sé stessi! Salvini, mentre gigioneggia con loro, si sforza di riaffermare una verità lapalissiana: la sua forza è quella di rappresentare la coalizione che ha ricevuto più voti, ma se venisse meno la sua lealtà a FI, Fratelli d’Italia e UDC, varrebbe assai meno di un barone dimezzato.
E FI non manca di ricordarglielo ad ogni piè sospinto, reclamando il diritto ad esprimere un Leader che appartenga ad un’area moderata. Magari lo stesso Tajani, recentemente insignito del Premio Carlos V.
Il che rende incompatibili diverse potenziali alleanze.
Il Pd appare sempre più travolto dalle sue lotte interne, alla disperata ricerca di un leader che non sia Renzi, con Martina facente funzione di leader in attesa di legittimazione formale. Un Pd in bilico tra opposizione e ruolo di governo, ma che non rinuncia a porre il suo veto chiaro e netto alla Lega.”
Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, che conclude: “Terminate le prove di forza con cui ogni partito ha rappresentato davanti al Presidente della Repubblica, il proprio ego politico, decisamente ipertrofico, comincia la fase realistica di chi vuole davvero governare il Paese con gli altri e non contro gli altri.
Se non si vuole scivolare dalle illusioni alle delusioni, amare per tutti, occorre recuperare l’approccio tipico delle trattative europee, dove si inizia da ciò che unisce e solo gradatamente si affronta ciò che almeno inizialmente separa le parti in gioco. Probabilmente sarà questa la sorpresa che Mattarella ci riserverà: aver colto più i punti in comune tra le parti che i veti incrociati.
Sarà lui a tracciare una mappa dei temi e delle soluzioni condivise, lasciando sullo sfondo le tensioni e i potenziali conflitti.
Prima del prossimo giro di consultazioni, è necessario ritrovare il senso di un governo di servizio e non una trita riaffermazione della propria superiorità a scapito degli altri… !”
Formazione del Governo: le consultazioni del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Intervista a Paola Binetti (senatrice, Unione dei Democratici Cristiani e dei Democratici di Centro) realizzata da Lanfranco Palazzolo (Radio Radicale).