“Il Rapporto dell’UNICEF, lanciato oggi, “Ogni bambino è vita”, mostra come nonostante i grandi successi ottenuti nella riduzione della mortalità infantile globale, il tasso di mortalità neonatale (0-1 anno) rimanga allarmante, in particolare nei paesi più poveri del mondo. Il Rapporto parla di Infanzia negata e afferma che ogni giorno nel mondo muoiono 7.000 neonati.
La richiesta è chiara e netta: serve personale qualificato, ma nelle zone più povere del pianeta è indispensabile ottenere l’accesso all’acqua potabile e ai comuni disinfettanti.
Le cifre sono impressionanti: 2,6 milioni di neonati non sopravvivono al primo mese di vita e nei paesi a basso reddito la media del tasso di mortalità neonatale è di 27 decessi ogni 1.000 nati vivi.
Nei paesi ad alto reddito, e tra questi ovviamente è inclusa anche l’Italia, quel tasso è di 3 su 1.000.
Ma colpisce il fatto che, almeno nel nostro Paese, gran parte di queste morti potrebbero essere evitate se disponessimo laddove ce n’è bisogno di strutture di Terapia intensiva neonatale (TIN) in misura adeguata, con personale sempre più qualificato, con tecnologie in linea con la più moderna ricerca scientifica.”
Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, UDC, che continua: “La tutela di tutti i bambini deve cominciare ancor prima della loro nascita e deve prevedere servizi adeguati alla loro presa in carico, compresi gli screening neonatali allargati che contribuiscono in modo significativo alla loro successiva qualità di vita.
L’impegno da me sostenuto in questa ultima legislatura come Coordinatore dell’Intergruppo delle malattie rare va in questa specifica direzione: sostenere il diritto alla vita dei bambini e l’obbligo da parte del SSN di verificare fin dal primo momento le loro condizioni di salute per intervenire in modo adeguato.
In una TIN ben organizzata, con tutte le risorse umane e professionali, scientifiche e tecnologiche, questo diritto diventa esigibile in modo reale. Ma se manca una diagnosi tempestiva, se il bambino va spostato da un centro meno attrezzato ad uno meglio organizzato, lo spostamento stesso diventa fattore di rischio ed aumenta il coefficiente di discriminazione tra chi nasce in un luogo e chi in un altro.
La TIN oggi è un punto cruciale del diritto alla vita dei bambini che debbono trovare da subito tutte le risorse di cui hanno bisogno e costituisce un punto qualificante del nostro programma per la prossima legislatura.
Ogni bambino è vita, dice il Rapporto UNICEF. Noi aggiungiamo che, tra le politiche demografiche previste dai programmi di molti partiti, finalmente consapevoli di quell’inverno demografico che l’UDC ha denunciato da tanti anni, ci sono tre cose essenziali: eccellenza delle TIN, opportunamente attrezzate anche per gli screening metabolici allargati con più alto tenore di specializzazione, data la maggiore fragilità dei bambini che vi accedono.
Investimenti adeguati perché queste TIN abbiano il numero di posti corrispondenti alle accresciute esigenze del Paese: c’è un aumento significativo dei nati a rischio, o perchè troppo immaturi o perché eccessivamente sottopeso.
E infine risorse economiche date alle famiglie perché ad ogni bambino non manchi nulla per raggiungere il suo sviluppo ottimale.”