LAVORO. BINETTI (UDC): SIA AL CENTRO DELL’AGENDA POLITICA (DIRE) Roma, 1 feb.
“Sempre interessante partecipare a dibattiti, piu’ o meno formali, con colleghi di altri schieramenti, magari tradizionalmente opposti. Solo se si sta lontano dai riflettori e dai microfoni si scoprono le tante aree di convergenza, le comuni diagnosi ai mali del paese e le possibili linee di convergenza sugli interventi da fare nella prossima legislatura.
Su di un punto preciso le convergenze si fanno cosi’ forti da far immaginare una politica di governo realmente condivisa: il grande tema del lavoro e della dignita’ dei lavoratori, che va sottratto alla speculazione mediatica di carattere esclusivamente pre-elettorale.
Gli effetti positivi del Job Act si sono esauriti gia’ al termine del primo anno di approvazione della legge. Il numero dei lavoratori strutturati, sia pure a tempo determinato, ma in modo chiaro, non e’ affatto aumentato.
E’ cresciuto invece il numero dei lavoratori in nero, di quanti svolgono un lavoro precario, a volte solo occasionale, al di sotto delle loro qualifiche e percio’ stesso sottopagati.
La pressione fiscale che si scarica sulle aziende, l’assoluto rallentamento della ripresa economica, la delocalizzazione della produzione fatta negli ultimi anni verso paesi compiacenti, tutto cio’ rende impossibile per i giovani immaginare un futuro sereno per se stessi e meno ancora per le loro famiglie.
La denuncia che si sente fare in giro e’ globale e non ammette sconti per nessuno. Questo non e’ un Paese per giovani, a meno che i giovani non facciano della loro protesta la loro professione.
Un po’ come avviene con il M5S. Ai tanti giovani che confluiscono nelle sue liste si rimprovera di non aver mai lavorato; ma non e’ cosi’.
I colleghi parlamentari che si sono ricandidati, i loro amici, hanno capito che anche la denuncia del non-lavoro puo’ diventare un professione. Sono diventati politici-professionisti forse senza neppure rendersene conto. Vivono di cio’ che denunciano, senza rendersi conto che la denuncia e’ il loro lavoro.
Ma la nostra proposta politica e’ un’altra e non si limita alla denuncia; vuole fare proposte concrete che cominciano con una riduzione significativa del cuneo fiscale di almeno 6 punti, per alleggerire la pressione fiscale che grava sulle aziende.
Il governo attuale, al di la’ delle future promesse, in questa legislativa ha preferito riversare sulle banche la maggior parte degli aiuti economici europei, con gli esiti ben noti.”
Lo afferma Paola BINETTI, deputata Udc.
“I diritti umani sono al centro della nostra battaglia politica e accanto al diritto alla vita poniamo senza esitare il diritto al lavoro, cosi’ come afferma l’articolo 1 della nostra Costituzione. Se l’Italia e’ una Repubblica fondata sul lavoro, e’ sul lavoro che dobbiamo concentrarci per garantire un pieno sviluppo individuale e sociale.
Il diritto al lavoro richiede pero’ un ripensamento di tutta una serie di modelli organizzativi non solo a livello aziendale, ma anche nella pubblica amministrazione. La polemica di questi giorni, innescata dalla Confindustria a Cuneo, sugli studi che piu’ e meglio assicurano un lavoro ai giovani e’ pretestuosa.
E’ chiaro che si deve tener conto degli sviluppi tecnico-scientifici a livello globale, ma non si puo’ ignorare che il nostro Paese vanta una solida tradizione umanistica, che non si puo’ perdere, senza compromettere la nostra stessa identita’ culturale.
Il punto e’ come vengono affrontati in genere gli studi, il loro rigore, l’approccio Problem solving, lo spirito di collaborazione che si crea tra i giovani nell’affrontare le difficolta’; lo spazio che si lascia per fare emergere la loro leadership naturale.
Lo studio e’ gia’ lavoro, se e’ fatto bene e crea le necessarie competenze per affrontare gli ostacoli con cui ci si confronta. Ed e’ da una scuola seriamente organizzata nei programmi e nel suo stile di lavoro che occorre ripartire; ben sapendo pero’ che se i giovani uscendo dalla scuola, qualunque sia, universita’ compresa, non si inseriscono subito nel mondo del lavoro, molto del loro potenziale, senza opportunita’ concrete per svilupparsi, si esaurisce e si spegne tristemente, per loro e per il paese”, conclude Paola BINETTI, deputata Udc.
(Com/Pol/Dire) 13:36 01-02-18 NNNN