VACCINI. FOCUS CON BINETTI: OBBLIGO VA A BENEFICIO DI TUTTI (DIRE) Roma, 17 gen.
“Il decreto vaccini rappresenta un punto distintivo tra gli schieramenti, Pd e M5S, ad esempio, ma non meno divisivo all’interno degli stessi schieramenti, come accade ad esempio tra la Lega e il resto della coalizione del centrodestra. Per questo appare sempre più necessario il riferimento ai dati scientificamente fondati; alle esperienze consolidate dalle buone prassi a al senso comune, che nel dubbio suggerisce sempre di attenersi alla prudenza di chi propone i risultati migliori con i costi minori”.
Lo afferma Paola BINETTI, deputata dell’Udc, che osserva: “Il New York Times di questi giorni, ad esempio, racconta il modello California dove l’obbligo ha portato a un aumento della copertura di 20/30 punti in soli due anni.
All’opposto, in Oregon, da quando i genitori possono scegliere di esentare i propri bambini la copertura è scesa dal 95% al 30%. L’evento che ha indotto la California a rendere obbligatoria la vaccinazione risale proprio a due anni fa, quando tra i visitatori di Disneyland si scatenò una epidemia di morbillo, da allora la vaccinazione diventò obbligatoria.
Una decisione probabilmente impopolare, ma che oggi garantisce a tutto il territorio una copertura che supera il 95-98%.
Di tutt’altra natura la decisione presa nell’Oregon, stato che ha fatto della tutela dei diritti individuali la sua bandiera, e che per rispetto al principio di autodeterminazione decide di dare a tutti i genitori la possibilità di esentare i propri figli dalla vaccinazione riempiendo un semplice modulo online.
E il risultato è stato disastroso. Le uniche esenzioni rimaste in vigore in California sono quelle per ragioni mediche. E poiché tutte le scuole, pubbliche e private, devono segnalare lo stato di vaccinazione dei bambini iscritti, lo Stato ha oggi modo di monitorare le coperture in maniera più efficiente”
Per BINETTI “quanto accaduto in Oregon obbliga a riflettere come la libertà di decidere per se’ stessi, ma ancor più per i propri figli, richieda un forte senso di responsabilità, ma anche una documentazione precisa e puntuale. Ossia va preceduta da un intenso lavoro di medical education rivolto ai medici di base, agli insegnanti, soprattutto dei primi anni, ma, come è ovvio, prima di tutto ai genitori.
Senza una adeguata informazione, senza una cultura scientificamente fondata, non c’è vera libertà nel prendere decisioni.
Prevarranno necessariamente pregiudizi e false teorie.
Oppure i disservizi di cui si è lamentato Alessandro Di Battista, che voleva vaccinare il suo bambino appena nato, fungeranno da potenti dissuasori. Non vaccino mio figlio perché non sono convinto; perché la prassi è complicata; perché sono convinto che non potrà succedergli niente di grave finché ci sono io ad occuparmi di lui.
Il modello California dimostra come, nonostante molte persone possano conservare delle riserve e quindi non cambiare le loro convinzioni, le leggi sull’obbligo possano in ogni caso modificare il loro comportamento, a beneficio di tutti”.
(Com/Anb/ Dire) 14:33 17-01-18 NNNN