Intervista a Paola Binetti – «La responsabilità non porti a ingerenze» – Avvenire
Intervista a Paola Binetti – «La responsabilità non porti a ingerenze» – Avvenire
«Sottovalutato il sacrifìcio dei credenti Ora recuperare per 11 maggio»
ANGELO PICARIELLO – Roma – II senso di responsabilità è stato male interpretato e la collaborazione offerta ha generato ingerenza».
È dura la senatrice dell’Udc Paola Binetti per la «grave sottovalutazione» nel Dpcm di Giuseppe Conte del diritto dei cattolici a riprendere la partecipazione alle funzioni religiose. Che cosa è mancato? Io vedo una mancata comprensione dei valori e una mancanza nel metodo. È mancata, soprattutto, un’intelligente valutazione di opportunità sulle modalità concrete con cui anche le funzioni religiose potevano essere riprese nella Fase 2. E in tal modo è stato inserito un vulnus incomprensibile e non giustificabile. Si è forse troppo confidato nella possibilità di sostituire le celebrazioni “aperte” con le funzioni online. Ma c’è il piccolo particolare che i sacramenti non possono essere dati online. L’atteggiamento di collaborazione, che ha caratterizzato a dire il vero anche le altre confessioni religiose, e che ha avuto anche un alto valore civile, ha portato il governo a sottovalutare il sacrificio che questo ha comportato per tanti credenti e la speranza che si era ingenerata per una ripresa delle celebrazioni a partire dalla fase 2. Naturalmente stiamo parlando di una ripresa graduale e in sicurezza, anche facendo uso degli spazi all’aperto che la buona stagione permette. Si è sostenuto che la Chiesa non può ritenersi fuori dalle regole per la prevenzione del contagio. Ma infatti non si chiedevano favoritismi, c’è sempre stata la disponibilità a farsi carico di tutte le regole di distanziamento sociale e di prevenzione necessarie. Cautela e prudenza debbono restare in vigore finché l’epidemia non sarà pienamente risolta. Ne siamo tutti consapevoli. Serve fermezza, competenza e flessibilità. Ma così, dentro questa necessaria lunga coabitazione che dovremo avere con il virus, la fede si è trovata relegata all’ultimo posto fra le esigenze del popolo italiano, dopo i supermercati, dopo i musei, anche dopo la pratica sportiva individuale. E questo francamente è inaccettabile. Quelle comunicazioni di Conte hanno deluso milioni di fedeli. Che cosa si può fare ora? Non credo sia possibile, ormai, recuperare in tempo per l’appuntamento del 4, al quale tutti guardavamo fiduciosi. L’auspicio ora è che si ponga al riparo sin da subito per poter essere pronti già a partire dal successivo appuntamento, I’ll maggio.
Source: News UDC Italia