Referendum: Binetti (Udc), pasticciaccio brutto dell’accorpamento con regionali
Referendum: Binetti (Udc), pasticciaccio brutto dell’accorpamento con regionali
(DIRE) Roma, 3 mar. – “Il dibattito sul Referendum in cui si decidera’ del taglio dei parlamentari si inasprisce ogni giorno di piu’. E con l’epidemia da Coronavirus entra in gioco la data; ci si sta concentrando sulla questione del rinvio, per passare dal 29 marzo al 24 maggio, data in cui si svolgeranno le elezioni regionali in ben 4 regioni. Sembra una questione che apparentemente ha ben poco a che vedere con i contenuti del Referendum, mentre in realta’ potrebbe condizionarne pesantemente gli esiti. Accorpare le votazioni sembra a molti una maniera elegante di semplificare le cose, ridurre i costi e magari migliorare l’affluenza. Dopo il vergognoso flop delle elezioni suppletive, appare evidente a tutti la disaffezione della societa’ civile verso la politica e i suoi riti che appaiono stancamente superati. Dopo tante lotte per conquistare il diritto al voto, ora il voto appare a molti privo di senso, nella rassegnazione demotivata che tanto le cose non cambieranno mai. E’ una variante dell’anti-politica che tende a considerare inutili non solo i parlamentari, ma anche il voto che i cittadini esprimono. Tutto inutile quindi se si considerano le cose dal basso e mentre si fa una difesa stretta dei diritti individuali si buttano al macero i diritti civili. Non vado a votare perche’ tanto non serve; ed e’ inutili votare per chi comunque non serve. Ed e’ questo il grande furto che decenni di populismo strisciante hanno fatto al nostro Paese; ci hanno rubato il gusto della democrazia e il diritto a scegliere chi dovrebbe rappresentarci. Tutto inutile; tutto rappresenta un costo eccessivo sul piano economico. Anche se per conquistare questi diritti milioni di persone hanno dato la propria vita. Era il prezzo da pagare per godere della liberta’ personale e politica; civica e civile.” Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc, che continua: “Anche questo potrebbe diventare uno di quei prezzi che il coronavirus ci obbliga a pagare; pesante conseguenza di una epidemia che ci soffoca e ci impoverisce; che forse non ci uccide ma ci lascia impoveriti e completamente debilitati. Accorpare le due votazioni: regionali e referendum, pone gli italiani in una condizione di visibile disparita’, soprattutto tra coloro che vivono dove si vota anche per le regionali e chi no. Altera la percezione dei dati, perche’ sulla scia del voto regionale tendera’ a mostrare alternativamente le ragioni della buona o della cattiva politica, a seconda della qualita’ dei governi regionali. Soffochera’ ulteriormente nel dibattito politico-amministrativo le ragioni del referendum, perche’ non fara’ emergere il valore della rappresentativita’ come vincolo essenziale nella relazione tra eletti ed elettori e nella naturale dialettica tra maggioranza e opposizione. Con il prezzo di un caffe’ per ciascuno, questo e’ il risparmio complessivo che si otterra’ con il taglio di un terzo dei parlamentari, sacrificheremo il diritto ad essere e a sentirci rappresentati tutti, in tutte le regioni, e in tutti gli schieramenti. Eppure si fa di tutto per non parlarne….” (Com/Rai/ Dire) 15:07 03-03-20 NNNN
Source: News UDC Italia