Ennesima riforma dell’esame di Stato per i giovani medici
“Il MIUR proprio in questi giorni ha proposto l’ennesima riforma dell’esame di Stato per i giovani medici, con l’obiettivo di ridurre i tempi di attesa tra laurea ed abilitazione.
Nella proposta del ministero la valutazione del tirocinio pratico precede la discussione della tesi di laurea e l’esame di abilitazione all’esercizio della professione si ridurrebbe ad un’unica batteria di domande a scelta multipla, senza nessuna attenzione alle competenze cliniche specifiche.
In altri termini invece di proporre in modo innovativo la laurea abilitante, si preferisce riformare l’esame di stato.
In realtà tutte le altre laurea che afferiscono alla Facoltà di Medicina e chirurgia hanno carattere abilitante. Per cui la peculiarità del corso di laurea in medicina e chirurgia, in cui laurea ed abilitazione sono separate da un tirocinio valutativo e da un ennesimo test con DSM corre il rischio di perpetuare una differenza che non ha ragione di esistere all’interno di una stessa facoltà.
I giovani medici italiani restano tra i più formati non solo in Europa, ma anche nel confronto con le più prestigiose università del Nord America. La loro preparazione culturale emerge in una molteplicità di prove selettive con cui concorrono, ottenendo ottimi risultati, a Borse di studio, dottorati di ricerca, ecc. Ma indubbiamente si laureano troppo tardi rispetto ai loro colleghi.”
Lo afferma la senatrice Binetti, UDC, depositaria di un disegno di legge di riforma della Facoltà di Medicina, non discusso nella precedente legislatura e ripresentato puntualmente nella XVIII.
“I veri nodi della riforma del Corso di Laurea in Medicina e chirurgia sono in realtà tre.
Il primo riguarda la programmazione numerica degli iscritti al corso di laurea a cui deve corrispondere un analogo numero di borse di studio per le scuole di specializzazione, o meglio ancora di contratti di lavoro per tutti i laureati. Vale la pena ricordare che senza specializzazione non c’è accesso al lavoro in strutture pubbliche.
Il secondo nodo riguarda la necessità di creare una più stretta correlazione tra apprendimenti teorici e apprendimenti clinici, con l’obiettivo di valutare le competenze cliniche contestualmente alle competenze teoriche: due facce di una stessa medaglia.
Il terzo punto riguarda la possibilità di attivare un percorso integrato tra specializzazione clinica e dottorato di ricerca, per individuare precocemente le persone che hanno maggiore attitudine alla ricerca.
Riformare esclusivamente l’esame di stato senza tener conto della complessità dei problemi con cui si confronta il giovane laureato in medicina indica una politica miope e stupisce che di questa riforma non si sia fatto carico contestualmente anche il ministero della salute!”