L’Italia oggi sembra un po’ meno cattolica di un tempo
“Sul tema della presenza dei Cattolici in politica è intervenuto oggi dalle pagine del Corriere della Sera, il cardinal Camillo Ruini e lo fa con una di quelle affermazioni destinate a far riflettere tutti: l’Italia oggi sembra un po’ meno cattolica di un tempo, ma chiaramente riconosce quanto sia difficile fare valutazioni, perché solo Dio conosce i cuori.
Ci sono però fatti concreti, innegabili, veri e propri indicatori di questa crisi, come ad esempio il calo demografico, che considera il problema più grave, perché distrugge le speranze.
Ma dà anche un giudizio lapidario su due delle leggi approvate nell’ultima legislatura e contro le quali mi sono battuta, votando convintamente no: la legge sul fine vita e le unioni civili. Le definisce: una triste deviazione.
La sacralità della vita e il matrimonio –ribadisce- sono alle fondamenta della nostra civiltà: non per nulla sono stati a lungo un patrimonio condiviso.
Ma è il passaggio successivo della sua intervista che costituisce nella prospettiva del progetto politico del Quarto Polo un vero e proprio segnale d’allarme e quindi un impegno ad attivare una inversione di tendenza: ‘Ha poco senso lamentarsi del decadimento morale dell’Italia e poi approvare leggi del genere’.
In altri termini mettere in discussioni valori come la vita e la famiglia costituisce una vera e propria causa di decadimento nel nostro Paese.
Chiara e trasparente la sua interpretazione del pensiero del Papa, spesso usato per legittimare una brutta legge come quella sulle DAT.
Al giornalista che rievoca le parole del Papa contro l’accanimento terapeutico, ribatte: il Papa ha ripetutamente escluso l’eutanasia. E invece la legge ne apre le porte, pur senza nominarla.
E il richiamo alla presenza dei cattolici tra quei parlamentari che hanno approvato la legge si conclude con questa affermazione: la principale conclusione da ricavare è che la fede stenta a tradursi in cultura, in capacità di valutazione e di giudizio. Questo è probabilmente uno dei limiti maggiori della formazione che diamo nelle parrocchie e nelle associazioni.”
Lo sottolinea l’Onorevole Paola Binetti, UDC, che continua: “E’ evidente che nella prossima legislatura la presenza dei cattolici deve tradursi nell’urgente necessità di elaborare una cultura politica permeata da quei valori che troppo spesso sono posti in discussione, cedendo alla dittatura del pensiero unico. Per questo serve coraggio e voglia di andare contro corrente.
E’ il nostro impegno dichiarato anche nei nostri programmi, che non possono essere assolutamente accusati di scopiazzature, come è avvenuto per altri partiti e movimenti.
Sarebbe troppo facile se la legge si limitasse a ratificare ciò che la prassi rende di comune applicazione: penso ad esempio all’evasione fiscale o alla corruzione, contro cui tutti combattiamo con energia.
Ma penso anche alla rassegnata constatazione che la povertà si sta diffondendo sempre più nelle classi medie, o alla disoccupazione giovanile che tanti danni crea al nostro tessuto sociale, compromettendone la coesione e la solidarietà.
Noi ripartiremo da questo capovolgimento di prospettive.
Intendiamo porre in primo piano proprio quei valori che il partito democratico, con la complicità del M5S, ha messo in discussione, capovolgendo il senso e l’interpretazione corretta dei valori guida del nostro Paese.”