DIRE) Roma, 12 mag. – “Le parole non bastano più. Servono fatti concreti per riconoscere la dignità della professione dell’infermiere, spesso bistrattata e poco riconosciuta. L’approvazione della legge sull’infermiere di famiglia stenta ad essere applicata, nonostante l’urgenza posta dal Pnrr; infermieri qualificati con laurea magistrale, dottorati di ricerca, master professionalizzanti, non riescono ancora ad accedere alle Scuole di specializzazione ad accesso misto, cosa invece possibile per altre figure professionali di area sanitaria. Esiste ancora un bias, un errore strutturale, che va corretto per dare pienezza alla figura dell’infermiere non solo ai massimi livelli apicali
ma anche negli ambiti di formazione interprofessionale oltre che multi professionale. Basti pensare alla recente istituzione della Scuola di Specializzazione in Cure Palliative, a cui gli infermieri non possono iscriversi nonostante siano loro le figure di riferimento sul piano assistenziale e organizzativo. Gli infermieri meritano che la loro professionalità trovi nuovi spazi e nuovi modi per esprimersi a servizio dei malati. Gli infermieri oggi sono davvero l’asse nodale attorno al quale ruota l’intero Sistema sanitario nazionale: senza di loro non c’è assistenza, e
senza assistenza non c’è sistema sanitario. Tutti hanno potuto constatare l’impegno profuso nella recente pandemia, anche a costo della propria vita. Ogni tentativo di migliorare la qualità della sanità pubblica passa necessariamente attraverso una costante e crescente valorizzazione della figura dell’infermiere”. Lo afferma Paola Binetti, senatrice dell’Udc, in occasione della Giornata internazionale dell’infermiere.
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