Ucraina: Binetti (Udc), colloquio Draghi-Putin conferma stallo su pace
Roma, 27 mag. (LaPresse) – “Pochi margini per le trattative di pace: è l’amara conclusione di Draghi, dopo il suo colloquio con Putin. Al centro della telefonata la possibilità di sbloccare il carico di grano di cui hanno urgente bisogno molti paesi. Si sta configurando un’ennesima pandemia da fame diffusa, dal momento che il pane è in molti luoghi la principale ed esclusiva fonte energetica a livello individuale. Ma la notizia drammatica è che l’orizzonte della pace invece di avvicinarsi si allontana in modo sempre più vistoso, mentre la Russia di Putin, violenta e aggressiva, avanza distruggendo tutto quello che trova davanti a sé”. Così in una nota Paola Binetti, senatrice dell’Udc. “Non è facile per tutti noi volere la pace senza scivolare in un pacifismo di comodo che svende l’Ucraina alle mire imperialiste di Putin. Non è facile sapere di non potere e non volere intervenire direttamente, e nello stesso tempo non tollerare questo processo di morte e di distruzione che si impone alla nostra attenzione ormai da quasi 100 giorni. Sanzioni alla Russia da parte di tutti i Paesi occidentali e armi di nuova generazione all’Ucraina, non sembrano finora fermare Putin, che sembra disporre di un esercito in grado di tollerare perdite pesantissime e di una capacità di adattare la strategia bellica a un solo ed unico obiettivo: demolire, distruggere, annientare. Davvero l’ultima e unica cosa che resta all’Occidente, all’Onu oltre che alla Nato, è quella di dichiarare guerra alla Russia? Se ciò che abbiamo fatto finora è stato del tutto insufficiente per salvaguardare un paese dalla distruzione e per contenere la violenza espansionista di un dittatore, cosa possiamo e dobbiamo fare di più? Per le trattative di pace non sembra ancora giunto il momento. Né si sa quando, come e a che condizioni arriverà. È il dilemma dell’Occidente, che rifiuta la guerra, perfino quella di difesa, ma che non sa più cosa opporre al conflitto”, conclude Binetti.