Suicidio assistito: Binetti, vittoria per morte uomo? Intollerabile
(ANSA) – ROMA, 23 NOV – “Non credo che si possa parlare di vittoria per nessuno e neppure che ci si possa rallegrare perché un uomo morirà, dal momento che la sua vita è diventata troppo faticosa. Eppure tante testate giornalistiche oggi hanno messo in evidenza questa notizia drammatica con toni trionfalistici e
questo per me è intollerabile. Mario potrà morire. La sua storia è nota alla opinione pubblica, perché più volte raccontata e utilizzata sia nel corso della raccolta firme per il referendum sull’eutanasia, sia durante l’attuale dibattito alla Camera sulla legge sull’eutanasia. Mario, dopo un grave incidente automobilistico, è immobilizzato da 10 anni e un anno fa, più o meno in coincidenza con la famosa sentenza Cappato pronunciata dalla Corte Costituzionale, aveva chiesto che fossero verificate le condizioni poste dalla famosa sentenza, per poter accedere,
legalmente, all’eutanasia, anche se nella sentenza 242 del 2019 di eutanasia non si parla mai esplicitamente. Il Comitato etico dell’Asl da cui Mario è assistito ha dato il via libera al suicidio medicalmente assistito e Mario sarà il primo di questa triste vicenda, che sia ben chiaro non è l’affermazione della libertà di una persona che vuole morire, ma il fallimento di una società che non è stata in grado di prendersi cura di lui a 360 gradi, come sarebbe stato giusto.” Lo afferma la senatrice Udc Paola Binetti che continua: “Secondo il Comitato Etico della ASL Mario rientrerebbe nelle condizioni stabilite dalla Consulta per l’accesso al suicidio assistito. Ma in realtà la famosa sentenza chiedeva al Parlamento di legiferare e di fatto la legge non c’è ancora. E la legge non c’è ancora non perché i parlamentari vogliano sottrarsi ad una indicazione della Corte costituzionale, ma perché si tratta di una materia delicatissima, come quella di ogni vita fragile, che esige anche una responsabilità sociale di alto profilo” (ANSA).