MINORI. BINETTI (UDC): RICONOSCERE CAPACITÀ GIURIDICA SIN DA CONCEPIMENTO

(DIRE) Roma, 19 nov. – Riconoscere la capacità giuridica dell’essere umano sin dal momento del suo concepimento. È questo il contenuto del disegno di legge presentato oggi dalla Senatrice
UDC Paola BINETTI, nel corso di una conferenza stampa organizzata in occasione dell’anniversario dell’approvazione della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, che ricorre il 20
novembre. Nello specifico, il disegno di legge propone la modifica dell’articolo 1 del Codice civile con la seguente indicazione: “ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal
concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”.
“Il ddl- ha chiarito la senatrice- non è stato nemmeno calendarizzato perché rappresenterebbe un pugno nello stomaco a una cultura che ben poco ha a che fare con la difesa della vita.
Inoltre, i tempi parlamentari non ci consentirebbero di far approvare questo ddl, ma noi possiamo almeno rilanciare il dibattito spingendo tutti a prendere una posizione esplicita.
Questa è la grande sfida che oggi lanciamo, non è una sfida ideologica ma una sfida ideale, perché per noi gli ideali sono gli organizzatori della vita politica”.
La promotrice del ddl ha quindi spiegato che la nostra cultura attuale, in tema di difesa della vita, contiene in sé una profonda contraddizione perché non riconosce capacità giuridica
al concepito, ma “prevede l’erogazione dell’assegno unico per la famiglia a partire dal settimo mese di gravidanza, il che vuol dire che lo Stato assume che questo bambino c’è e ha diritto a un
assegno, che chiaramente viene elargito ai suoi genitori. In realtà, quindi, nel sentire giuridico del Paese, il bambino c’è già dal concepimento”.

“La consistenza giuridica del bambino c’è già dal momento del concepimento- ha aggiunto la neuropsichiatra infantile- se pensiamo che ci sono interventi di ingegneria
genetica che possono essere effettuati proprio durante la gestazione. Il bambino non è ancora nato e io sto già investendo su di lui in termini di risorse umane, scientifiche, economiche.
Ma a vantaggio di chi faccio questi investimenti se giuridicamente questo bambino non esiste? Chiedendo il riconoscimento giuridico del bambino non ancora nato, ma concepito, sto semplicemente prendendo atto di fatti già presenti”. La senatrice UDC ha tenuto quindi a precisare che “non ci sarebbe strettamente bisogno sotto il profilo giuridico di
chiedere questo riconoscimento, di fatto applichiamo questa consapevolezza in molti campi, ma ce n’è bisogno sotto il profilo culturale. Noi abbiamo bisogno di riscoprire il valore intrinseco
del concepimento e della vita. Ne ha bisogno la nostra civiltà. Per questo noi abbiamo voluto intitolare il nostro incontro ‘Noi non li dimentichiamo’, che è anche l’impegno che assumiamo come
classe politica perché riteniamo che dobbiamo mantenere in poll position nell’attenzione di tutti il valore di una vita che c’è e davanti alla quale non si possono chiudere gli occhi. È una forma
di realismo biologico, psicologico, economico”. “Quella che sta alla base di questo ddl non è una battaglia confessionale, ma laica e ci sono molte dimostrazioni di questo,
a partire dalla posizione espressa da Giuliano Amato, favorevole proprio alla riforma dell’articolo 1 del Codice civile”, ha sottolineato Marina Casini, presidente del Movimento per la vita.

“Quello concepito- ha proseguito- è il più bambino dei bambini, lo dice la stessa Convenzione internazionale dei diritti del fanciullo che nel preambolo afferma che il
bambino, a causa della sua immaturità, necessita di cure e attenzioni, compresa la tutela legale anche prima della nascita. Questo vuol dire che già prima della nascita non c’è il nulla, ma
c’è qualcuno. I detrattori sostengono che non viene stabilito da quando c’è questo qualcuno nel corso della gravidanza. Ma la nascita non è la cesura tra l’esserci e il non esserci, è una
tappa della nostra esistenza. L’unica cesura è il momento del concepimento, il passaggio dal nulla all’esserci. Quindi si può ragionevolmente parlare di bambino parlando del non nato. C’è una
differenza abissale, a livello linguistico, tra dire pre-embrione, embrione, grumo di cellule o bambino concepito. E anche il Comitato nazionale per la bioetica lo ha definito una
persona”. Secondo la presidente del Movimento per la vita, “questo ddl ha due caratteristiche. La prima è l’origine popolare, il testo ha infatti una storia gloriosa perché è sbocciato in seno al
popolo. Un progetto di legge di identico contenuto, elaborato da un comitato di sole donne, era stato già pubblicato in GU nel 1995 e poi riproposto in diverse legislature. L’origine popolare- ha tenuto a chiarire Casini- è molto importante perché il sentire comune è differente da quello che ci viene propinato spesso da
una informazione mediatica spesso unidirezionale e unidirezionata. L’altra caratteristica è che questo ddl ha una funzione storica e profetica che riguarda la cultura giuridica perché si fonda sull’uguaglianza. Abbiamo lavorato tanto e tanto c’è ancora da fare per l’uguaglianza orizzontale, ma bisogna riconoscere l’uguaglianza verticale dal concepimento alla
morte”.

La docente universitaria ha infine tenuto a ricordare che “non è affatto vero che tutte le donne sono dalla parte dell’aborto e ce ne sono molte che si stanno organizzando
in una campagna di sensibilizzazione per dare voce proprio alle donne, che sono le prime alleate dei figli che portano in grembo. La prima alleata della vita è proprio la donna. Le donne hanno
tanto coraggio e spesso molte di coloro che abortiscono dicono di averlo fatto perché sono state spinte a farlo. In occasione del convegno nazionale del Movimento per la vita, un gruppo di donne
ha firmato e presentato un appello a tutte le istituzioni, in occasione dell’anniversario della Convenzione sui diritti del bambino, affinché sia riconosciuta pari dignità ad ogni essere
umano dal concepimento alla morte”.

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