(Dire) – “L’ Osservatorio delle professioni sanitarie previsto per legge e recentemente aggiornato con i
rappresentanti di tutte le professioni viene sistematicamente ignorato ormai da alcuni anni. Come se si trattasse di uno di quegli enti inutili buoni solo sulla carta, ma nei fatti del tutto ininfluenti. In questa legislatura non c’è dubbio che il tema salute sia al centro dell’attività parlamentare e resti il principale criterio orientatore delle scelte e delle decisioni del Governo. Il Decreto approvato ieri per l’estensione dell’ambito applicativo del Green Pass e per il rafforzamento del sistema di screening confermano al di là di ogni ragionevole dubbio come il monitoraggio sistematico dell’andamento della pandemia, con i suoi alti-bassi, con i nuovi picchi emergenti, stia facendo emergere la prospettiva di un allungamento del tempo di emergenza fino a marzo e probabilmente fino a giugno. In altri
termini il governo con i suoi decreti e il parlamento con la loro relativa approvazione sono fortemente concentrati nella valutazione di ciò che sta accadendo per individuare le migliori soluzioni possibili per il nostro Paese. Ma ciò che sorprende in questo lavoro di prevenzione e cura è l’esclusione dal dibattito
dell’Osservatorio delle professioni sanitarie”. Lo afferma Paola BINETTI, senatrice dell’Udc.
“Eppure- continua BINETTI- compete proprio all’Osservatorio nazionale delle professioni sanitarie, istituito 25 anni fa, formulare proposte e pareri in ordine alla definizione delle linee di indirizzo per l’elaborazione di requisiti di idoneità organizzativi, strutturali e tecnologici; per l’accreditamento delle strutture didattiche universitarie e ospedaliere; per la stipula dei protocolli d’intesa tra le Regioni e le università; e così via. Ho già rivolto tre interrogazioni ai ministri competenti senza avere risposta, mentre un gruppo di professionisti altamente competenti in tutti gli ambiti della Sanità, strutturati in un unico Osservatorio, potrebbero offrire una consulenza fondamentale all’esecutivo, nel pieno rispetto elle competenze di tutti. La situazione attuale, con la pandemia ancora in atto e il Recovery Plan in via di attuazione ne richiederebbe l’urgente attivazione per far fronte alle decisioni
da prendere nella prospettiva dei prossimi cambiamenti strutturali in sanità. Contare sulla loro esperienza e competenza è certamente un valore aggiunto in questa fase di transizione verso una medicina territoriale di ampio respiro e di reale prossimità ai bisogni dei pazienti e delle loro famiglie”.
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