Governo: Binetti (Udc), chi guiderà la scuola? Da lì passa il futuro del Paese
Governo: Binetti (Udc), chi guiderà la scuola? Da lì passa il futuro del Paese
“PER ALMENO UN 50% DI STUDENTI RICOMINCIA IN PRESENZA”
(DIRE) Roma, 1 feb. – “Tra le notizie del giorno si puo’ scegliere a cosa prestare maggiore attenzione, selezionandone almeno due: la scuola e il tavolo di lavoro di un possibile Conte ter. Nel primo caso occorre segnalare che da oggi sono di nuovo in classe circa 8 milioni di studenti, compresi i 2,5 milioni delle superiori, con percentuali che vanno dal 50 al 75% in presenza, come prevede l’ultimo Dpcm. Rimane a casa quindi una percentuale di studenti che oscilla tra il 25 e il 50% di studenti, oltre a tutti quelli che frequentano le scuole superiori in Sicilia. Il loro ritorno a scuola coincide con il cambio di passo tra il primo e il secondo quadrimestre; dovrebbero essersi concluse le valutazioni. Non solo a livello individuale, ogni studente ha diritto alla sua valutazione; ma anche a livello dell’andamento delle classi e dei cicli scolastici, se ci si ricorda che e’ ormai un anno che gli studenti sono sottoposti a questa stressante modalita’ di insegnamento-apprendimento. Eppure di questi indici di valutazione complessiva sull’andamento della scuola non sappiamo nulla. Tutto si riduce a due parametri elementari: quanti ragazzi frequentano la scuola in presenza o a distanza e qual e’ il numero dei contagi a scuola, tra docenti e studenti. Di cio’ che definisce piu’ propriamente il senso della scuola, le ragioni per cui si va a scuola, come sia avvenuta la trasmissione di un sapere accumulato nei secoli e riproposto in chiave moderna ai ragazzi, non si sa nulla”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC.”Non sembra che ci sia stata l’elaborazione di un pensiero su cio’ che la scuola dovra’ essere, a cominciare da ora, nella prospettiva di un possibile fine della pandemia. Il dibattito culturale sulla scuola, sulla sua essenza- continua Binetti- si e’ prima concentrato sui banchi a rotelle, per altro bocciati dagli stessi alunni perche’ scomodi e inadeguati, e poi sulle percentuali di presenza reale a scuola o virtuale, via web. Si tratta di un silenzio assordante in cui la voce dei Responsabili della scuola, dei docenti prima ancora che dirigenti, e’ stata sistematicamente coperta da quella del Commissario tecnico o da quella dei vari membri del Comitato Tecnico scientifico, che fanno capo al ministro della Salute e non certamente al ministro dell’Istruzione”, prosegue la senatrice Paola Binetti, UDC. “Dei ragazzi con difficolta’ di apprendimento, per mille diverse ragioni, non sappiamo nulla, se non che il loro disagio si e’ dilatato enormemente aumentando il gap del rendimento scolastico rispetto ai compagni. Lo specifico scolastico e’ rimasto nell’ombra, rendendo molto difficile capire quale sia stata ad oggi la perdita secca in termini di qualita’ educativa per i ragazzi. E capire quindi quali ipotesi tracciare per un aggiornamento di piani e programmi”, dice ancora Binetti. Intanto, “i capigruppo di Camera e Senato dei partiti della maggioranza, compreso il neo-nato gruppo che fa riferimento ai costruttori, sono riuniti per definire un possibile programma di legislatura. Dovrebbero elaborare un documento scritto, come chiede Renzi. I nodi da affrontare restano tantissimi: dalla prescrizione alle infrastrutture, dalla legge elettorale alle risorse per la Sanita’. Sembra che siano stato esclusi i temi piu’ divisivi come il MES o il reddito di cittadinanza, perche’ potrebbero compromettere definitivamente le possibilita’ di una futura intesa- aggiunge la senatrice- Ma come affronteranno il tema dei giovani, l’investimento per la loro formazione, partendo dalla concretezza di una situazione che li ha lascati scoperti per un arco di due anni scolastici. Quale attenzione presteranno alla consapevolezza che la scuola pubblica e’ in parte statale e in parte paritaria; ciascuna con diritti-doveri, ma anche con la liberta’ di rispondere alle necessita’ educative dei giovani in modo creativo per non imporre sulle loro spalle un metodo pre-confezionato, rigido, come l’ottemperanza ai programmi, in un momento in cui tutto e’ saltato a cominciare dal programma di governo”.”Vorremmo che di scuola si parlasse molto e bene; con concretezza e con investimenti precisi, ma anche con una idealita’ forte, capace di accendere la mente e gli animi di oltre 8 milioni di studenti. Senza considerarli destinatari di programmi che oggi, nel periodo concreto in cui stanno vivendo questi giovani, quei programmi sono stati superati dagli eventi. Ma per questo il ministero della Pubblica Istruzione come quello della Universita’ e della ricerca scientifica richiedono persone lungimiranti, ricche di esperienza didattica e formativa, capaci di programmazione coraggiosa e fermamente convinti che il futuro del Paese riparte da li’: dalle aule scolastiche e universitarie e dal coraggio di chi e’ chiamato a farsene carico. Finora non e’ andata cosi’! Vedremo cosa diranno sulla scuola i capigruppo dei vari partiti della maggioranza. Finora, insisto, a viale Trastevere la partita e’ stata giocata senza vero spessore culturale”
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Source: News UDC Italia