Fase 3: Binetti (Udc), rinnovamento e ripresa parte dal Centro
Fase 3: Binetti (Udc), rinnovamento e ripresa parte dal Centro
(DIRE) Roma, 4 giu. – “Di conferenza stampa in conferenza stampa, l’area del consenso del Presidente Conte si va allargando fino a configurarsi nell’ipotesi di un Partito del premier, che dovrebbe tutelarlo dagli appetiti del Pd e dalle intemperanze del M5S. Anche Monti ci aveva provato una decina d’anni fa, ma Scelta civica si risolve velocemente in una sorta di sciolta civica e ad oggi non resta piu’ nessuno di quella squadra, che pure aveva acceso un buon numero di speranze anche in casa Udc. Ma non e’ quella la strada da percorrere oggi, se si vuole davvero rispondere alle ansie di rinnovamento di un Paese che, nonostante il graduale risolversi dell’epidemia, deve ancora affrontare la parte piu’ difficile della sua crisi. Un impoverimento, conseguenza diretta della disoccupazione che si e’ andata accumulando in questi ultimi anni per i mancanti investimenti sul fronte imprenditoriale e produttivo. Questo ha fatto rilevare ieri il neo-presidente di Confindustria, sottolineando come la politica assistenzialista dei due governi Conte non ha generato nessuna nuova iniziativa in tal senso. Tutti i Dpcm approvati dal Cdm si reggono sulle continue promesse di fondi europei in arrivo, sia che si tratti di Mes che di recovery fund, ma di tutto cio’ il Paese non ha ancora visto nulla. Sullo sfondo resta la certezza di un pil in caduta libera; l’assai probabile caos della scuola italiana a settembre; la disoccupazione giovanile e l’instabilita’ sociale che fara’ sentire la sua voce con forza e determinazione”. Lo afferma la senatrice Paola BINETTI, Udc. BINETTI continua: “Diverso l’approccio con cui dal Centro, e l’Udc resta allo stato attuale l’unico partito di centro, si guarda ad un futuro politico capace di dilatare il suo sguardo su di un orizzonte ben piu’ vasto. E’ necessario recuperare una memoria storica, per mantenere fedelta’ a determinati valori, ma includere anche tutte quelle energie nuove, tipiche di giovani che temono di veder sparire il loro futuro. Giovani che vogliono restare in Italia, con un curriculum di studi brillante, ma con una fitta nebbia davanti. Non vogliono ne’ reddito di cittadinanza, flop assoluto per chi cercava lavoro, ne’ reddito di emergenza: chiedono di potersi mettere in gioco con le loro capacita’ e competenze. Considerano fatti come l’Ilva e l’Alitalia i piu’ macroscopici segnali dell’incompetenza governativa; e se sentono parlare di No-Tav o di No-Vax inorridiscono per l’arretratezza culturale che riflettono. Vogliono un Paese moderno, degno della sua storia di Paese, dalle profonde radici umanistiche, ma fortemente industrializzato: cose che gli ultimi governi hanno trascurato pesantemente. Si stanno organizzando, dal Centro, senza estremismi, con uno spirito di iniziativa reale, fondato sulle loro effettive competenze, e aspirano ad una crescita felice”. (Com/Lum/ Dire) 12:42 04-06-20 NNNN
Source: News UDC Italia