Dl Rilancio: Binetti (Udc), governo continua ad escludere il parlamento
Dl Rilancio: Binetti (Udc), governo continua ad escludere il parlamento
(DIRE) Roma, 21 mag. – “Stamattina
in Senato si vota la Fiducia al cosiddetto Decreto COVID; un decreto
superato non solo dal Decreto Salva Italia sulla Fase 2, ma anche e
soprattutto dal nuovissimo Decreto Rilancia Italia, su cui si sono
aperte tate speranze e tante perplessita’. Il problema percepito piu’
acutamente dalle persone e’ la continua rincorsa verso obiettivi
destinati ad essere superati nel giro di una manciata di giorni. Come se
il Governo non sapesse ne’ dove andare ne’ come andarci e si affidasse
di volta in volta a questo o a quel tecnico, sperando di avere risposte
certe. Salvo poi sperimentare che le loro risposte non offrono nessuna
certezza e nessuna convergenza, come confermano le dispute tra virologi
e tra epidemiologi, che in alcuni casi finiscono perfino in tribunale,
tanta e’ la violenza con cui si aggrediscono reciprocamente. Un governo
che si affida ai tecnici, pur non essendo un governo di tecnici, e’
quasi piu’ pericoloso del governo Monti, che era un governo di tecnici
che ameno si assumevano le loro responsabilita’. Votare oggi la fiducia
e’ per l’UDC impossibile non solo per i contenuti del decreto, alcuni
dei quali sono condivisibili, ma per il metodo, che oggettivamente non
e’ condivisibile. Il parlamento e’ chiamato a legittimare decisioni che
risultano obsolete, mentre sui nuovi decreti sono aperte tutte le
trattative per migliorarli o addirittura per peggiorarne l’impianto
rendendolo simile ad un decreto omnibus, su cui scatta sempre un vero e
proprio assalto ai fondi previsti”. Lo afferma la senatrice Paola
Binetti, UDC, che continua: “Nel Decreto Rilancia Italia, ad esempio, ci
sono fondi aggiuntivi per le Scuole paritarie; ma in misura del tutto
insufficiente a gestire l’attuale emergenza, che impone un riadattamento
complessivo degli aspetti logistici, per assicurare le distanze tra gli
studenti. Indispensabile appare l’aggiornamento delle metodologie
didattiche, in cui la nuova DAD richiede infrastrutture informatiche ben
piu’ potenti”.
Source: News UDC Italia