Reddito: Binetti (Udc), i giovani chiedono lavoro, non assistenza
Reddito: Binetti (Udc), i giovani chiedono lavoro, non assistenza
(DIRE) Roma, 22 gen. – “Un’economia mondiale sulla soglia della recessione e un’economia italiana in evidente e flagrante stagnazione sono due pessimi messaggi per i milioni di poveri, che invece continuano a crescere in Italia e nel mondo. La globalizzazione ci ha regalato una malattia grave: la poverta’, progressiva e contagiosa, come sono le patologie senza apparenti terapie efficaci. Eppure ci sono esperti, di fama internazionale che si affannano a studiare un problema che oggettivamente peggiora di anno in anno, generando disuguaglianze vistose che non possono essere ignorate. I dati di Davos in questi giorni sono sconfortanti, per citarne solo uno: 10mila persone al giorno muoiono perche’ non hanno accesso alle cure per malattie di cui invece le cure esistono e sono disponibili in qualche altra parte del globo. Esistono per altri ma non per loro: perche’ anche la poverta’ ha tante facce diverse e include fame, malnutrizione, malattie, ignoranza e in molti casi una guerra senza esclusione di colpi. Eppure non e’ solo la poverta’ a crescere, crescono anche le fortune dei super-ricchi, aumentate del 12% rispetto allo scorso anno, al ritmo di 2,5 miliardi di dollari al giorno. L’ingiustizia ha realmente dimensioni vertiginose. Una concentrazione di enormi fortune nelle mani di pochi, che evidenzia l’insostenibilita’ del sistema economico. Ed e’ questa la vera questione etica che la politica mondiale dovrebbe affrontare, alla luce di principi come quelli che la Dottrina sociale della Chiesa propone con tenacia e determinazione, ma anche nell’assurdo silenzio delle potenze mondiali. Un disastro che il rapporto Oxfam in questi giorni paragona agli effetti di una atomica che, deflagrando, produce morte e malattie e lascia tutti esposti a molti mali successivi”. Lo afferma la senatrice Paola Binetti, Udc, che continua: “Nel 2018 anche in Italia i contrasti si sono aggravati: il 20% piu’ ricco degli italiani detiene (a meta’ 2018) il 72% della ricchezza nazionale contro il 66% di un anno prima, mentre il 60% piu’ povero deve accontentarsi appena del 12,4%, ancora meno del 14,8% di 12 mesi prima. I super-ricchi in definitiva non crescono numericamente ma qualitativamente; mentre i poveri crescono numericamente e vedono ridursi il livello qualitativo della loro vita. Non a caso il rapporto Oxfam ha un titolo fortemente provocatorio: Bene pubblico o ricchezza privata? dal momento che il bene pubblico diminuisce e la ricchezza privata aumenta, alimentando la rabbia sociale in tutto il mondo, con conseguenze che sono sotto i nostri occhi. Non sara’, almeno in Italia, il reddito di cittadinanza che risolvera’ questa dimensione conflittuale del nostro sistema sociale. Il reddito di cittadinanza ha un suo irrealistico obiettivo a termine: un lavoro ben retribuito, solido e sicuro. Ma e’ proprio il lavoro che manca e, quando c’e’, ha un reddito insufficiente e non garantito nel tempo. Le nuove generazioni in Italia, con una disoccupazione che sfiora il 20% e con un reddito del tutto inadeguato per il restante 40%, sono davvero i nuovi poveri; per molti di loro e’ ancora la famiglia l’unica garanzia e non certamente l’utopia di un lavoro che non ci sara’ se non cambiano radicalmente le politiche fiscali, se non si innestano politiche capaci di generare impresa. La burocratizzazione, oggi piu’ di ieri, e la voracita’ del fisco sempre in agguato soffocano le energie e l’entusiasmo di chi non vuole un reddito di cittadinanza, solo perche’ pubblicamente identificato come povero. Vogliono lavorare, vogliono un welfare ricco di opportunita’ reali… e non la vecchia Carta di poverta’ con un nuovo maquillage in salsa piu’ moderna.
Source: News UDC Italia