VOGLIAMO RIPRISTINARE MINISTERO RICERCA
SANITÀ. SIRI (LEGA): VOGLIAMO RIPRISTINARE MINISTERO RICERCA
“INVESTIAMO QUOTA FISSA 1% DEL FONDO SANITARIO NAZIONALE” (DIRE) Roma, 21 mar.
“Noi siamo a favore del ripristino del ministero della Ricerca”. Cosi’ il neo senatore della Lega, Armando Siri, intervenendo oggi a Roma al V Convegno nazionale – La Ricerca da Promotori no profit in Italia dal titolo ‘Dentro la ricerca: la persona prima di tutto’, promosso dalla Societa’ scientifica di Medicina Interna Fadoi (Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti).
“È necessaria- ha proseguito Siri- una figura che possa coordinare e far produrre al meglio tutte le attivita’ di ricerca svolte all’interno del Servizio sanitario nazionale”.
È dello stesso parere la senatrice Paola Binetti, Unione di Centro), che ha sottolineato come “sarebbe auspicabile ripristinare un ministero dedicato specificamente alla Ricerca, dopo dieci anni di assenza”.
Il neo senatore leghista e’ intervenuto anche sul finanziamento alla ricerca e sull’Ue: “Quanto al finanziamento- ha aggiunto- anche la richiesta di una quota fissa superiore a quanto attualmente investito in ricerca nel nostro Paese, come per esempio l’1% del Fondo sanitario nazionale, sarebbe una soluzione ragionevole.
Mi auguro che questo non trovi ostacoli a livello europeo, considerandolo un aiuto di Stato”.
(Cds/ Dire) 17:31 21-03-18 NNNN
Due obiettivi centrali nella legislatura che sta per iniziare: la ricerca come motore di sviluppo del Paese e la ricerca in sanità come volano per migliorare la qualità della salute del nostro SSN.
In tempi di disoccupazione prolungata per i giovani l’Italia è ancora in grado di formare giovani eccellenti che si spostano all’estero per cercare opportunità concrete per la loro passione per la ricerca. L’invecchiamento del paese è contestuale al suo impoverimento; alla disoccupazione giovanile corrisponde una crescita rallentata del PIL.
Il paradosso è che cresciamo meno degli altri, ma in compenso esportiamo talenti che tutti ci invidiano e che si affrettano ad assorbire nel loro tessuto produttivo.
Se ne è parlato oggi al Ministero della salute, affrontando il tema della ricerca indipendente.
Fare ricerca non è un optional di lusso, qualcosa da fare nel tempo che avanza e con risorse residue. Dovrebbe rappresentare la dorsale di un Paese che vuole crescere, attraverso una serie di operazioni che hanno come traguardo fare una innovazione creativa in ogni campo della vita sociale. E nessuno appare più idoneo di una intera generazione di giovani che hanno imparato a ragionare in termini di tecnologie avanzate e hanno voglia di dimostrare al mondo intero che sono in grado di fare andare le cose meglio.
Chiedono solo di provarci.
La rivoluzione politica di queste ultime elezioni conferma questo dato emblematico: l’intero Centro-Sud, schiacciato dalla mancanza di prospettive di lavoro, disorientato sotto il profilo del suo orientamento per il futuro, si affida ad una classe politica giovane, giovanissima, sprovvista di competenze specifiche, ma assolutamente determinata a cambiare le cose.
Ad innovare, a cercare soluzioni creative che svecchino una serie di prassi consolidate, ma che si stanno rivelando inadeguate.
Chiedono in altri termini che si faccia ricerca, qui in Italia, per trovare soluzioni alla situazione di immobilismo che si è venuta creando.”
Lo afferma la senatrice Paola Binetti, UDC, al margine del convegno.
“La nuova legislatura deve iniziare con due punti chiari: serve coesione tra tutte le forze politiche in campo e serve discontinuità con un sistema che ha generato disoccupazione per una intera generazione di giovani. Non si rassegnano all’immobilismo lavorativo e professionale a cui uno su due di loro sembra destinato.
Il 49% teme che non giungerà mai la propria occasione.
Si tratta di una sorta di malattia sociale, che ancora oggi appare irreversibile, contagiosa e progressiva.
Servono formule nuove. Serve un atteggiamento di ricerca che non si rassegni con l’insuccesso.
Innovazione e ricerca possono e debbono supportare un nuovo tipo di progresso nel nostro Paese, rimuovendo gli ostacoli che ci condannano ad una sterile coazione a ripetere.
Per la XVIII legislatura è un buon punto di partenza, anche nella nebbia fitta che ancora circonda il prossimo governo…”