L’aggressione alla immagine di tutti i leader imprime un carattere antidemocratico a tutta la campagna elettorale
“Una campagna elettorale in cui da più parti si invoca un No deciso a qualsiasi forma di violenza, fisica e verbale.
Non si può che essere d’accordo; ma c’è un’altra forma di violenza sottile e strisciante che si va facendo strada ed è quella marcatamente denigratoria nei confronti di tutti i leader identificati dai rispettivi partiti.
Contro Di Maio è stata lanciata l’operazione scontrini puliti e chiunque non ne abbia consegnati in numero adeguato alle somme trattenute è esposto al pubblico ludibrio, che ovviamente ricade sul leader a Cinquestelle.
Contro Berlusconi tornano in auge tutte le precedenti accuse sui festini di Arcore, con gli annessi e connessi. Non avendo cose nuove da rimproverargli va bene anche una vecchia accusa che ne sfiguri l’immagine pubblica.
Contro Salvini serpeggia l’accusa di chi, prendendo spunto dal suo linguaggio colorito e dal suo presunto antirazzismo, lo immagina oscuro registra della violenza che ci circola e ne invoca, a proposito e a sproposito, l’abbassamento dei toni.
Contro la Boldrini, vero leader, nonostante le apparenze, di Liberi e Uguali, è in atto la campagna denigratoria su FB o su Tw.
La cosa più sorprendente però riguarda Matteo Renzi, leader deposto dal suo ruolo da tre Opinion leader di forte impatto mediatico. Prima prodi, poi la Bonino e ora Napolitano, suo precedente sponsor.
Il messaggio che passa è semplicemente quello di profonda inadeguatezza di ogni leader, chiunque sia.
“Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, UDC, che continua: “Degli altri politici si parla poco o nulla; vivono in una sorta di limbo mediatico che, a conti fatti, può essere perfino positivo, tenuto conto di come viene aggredito chiunque si azzardi ad assumere un ruolo appena un po’ più significativo.
L’unica eccezione è rappresentata da Paolo Gentiloni, di cui manca solo che si dica: santo subito!
Sorprende questa assoluta disparità di trattamento mediatico, perché pur riconoscendogli grandi doti di equilibrio e di moderazione, tutta una serie di scelte a trazione Pd, contestabili in radice sono anche sotto la sua diretta responsabilità.
Non basta essere un capo di governo che non alza mai i toni, che rifugge da ogni possibile conflitto, anche sul piano semplicemente verbale, per essere oggettivamente efficace e coerente con gli impegni presi in precedenza. A lui vanno anche imputati disastri annunciati come la disoccupazione giovanile, la crescita ridicolmente bassa del nostro PIL, una serie di pessime leggi, ultima tra tutte quella del Bio-testamento. Eppure lui appare come un cavaliere senza macchia e senza paura, unico potenziale salvatore della patria.
Pur con tutta la stima, mi sembra proprio che le cose non stiano affatto così… E nonostante paolo Gentiloni questo governo abbia fatto acqua da tutte le parti e non abbia affatto risposto ai bisogni della gente, sia a quelli delle famiglie che a quelli delle PMA…
Ed è per questo che invochiamo un forte segno di discontinuità.
Magari a guida Tajani, altrettanto moderato ed equilibrato…”.
Fonte: Agenzia Vista – Roma
Le reazioni politiche dalla sala stampa di Montecitorio.